“Il Coronavirus non è stato sconfitto, molto ancora c’è da lavorare e, purtroppo, da sacrificarsi per annientare questo virus, che tante vittime sta mietendo in tutto il mondo. Le notizie ‘incoraggianti’, che ci permettono di cominciare a progettare una fase 2, non devono portarci a credere che l’emergenza sia finita! Il sud Italia e, con esso, il nostro meraviglioso Vallo di Diano, sono ancora nel pieno dell’emergenza”. Lo affermano i consiglieri del gruppo “SaleSi” di Sala Consilina in una lettera rivolta ai cittadini, un vero e proprio appello a “Restare a casa”.
“Non ne siamo assolutamente fuori e non possiamo allentare la presa – si legge nella lettera -. Facciamo tutti ancora un piccolo sforzo, restiamo a casa, anche e soprattutto in occasione della Pasqua e del lunedì di Pasquetta! E’ solo stando a casa che abbiamo evitato che si creassero altri focolai del virus oltre a quello già individuato. È in questo modo, grazie al senso di responsabilità di tutti, che siamo riusciti ad evitare anche il rischio contagio, che poteva essere rappresentato dai numerosi rientri dal nord verificatisi nei primi giorni di marzo”.
I consiglieri “SaleSi” chiedono ai cittadini, seppur tra mille sacrifici, di non vanificare quanto fatto finora per non lasciare spazio al Covid-19, continuando su questa strada, pur sapendo che è difficile rinunciare ai pranzi in famiglia e alle gite fuori porta.
“Verrà il tempo in cui potremo recuperare i momenti perduti – affermano il gruppo di Sala Consilina -, ma in piena sicurezza! Uscite solo per motivi strettamente necessari, limitando l’uscita per la spesa ad un solo componente della famiglia e, magari, una o al massimo due volte in una settimana, ovviamente, muniti di mascherine e guanti e osservando la distanza di almeno un metro gli uni dagli altri”.
“Lo dobbiamo a noi stessi – sottolineano infine -, agli operatori sanitari, ai volontari, a chi continua a lavorare per garantirci tutti gli approvvigionamenti indispensabili, a tutti coloro che lottano nei letti degli ospedali e a tutte le povere vittime del Coronavirus”.
– Paola Federico –