Domenica senza messa in tempo di Coronavirus. E per essere quanto più vicino ai fedeli in questo triste e particolare momento della nostra epoca, il Vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro S.E. Mons. Antonio De Luca ha diffuso un messaggio indirizzato ai sacerdoti e ai fedeli.
“Chi prega si salva. E’ il titolo di una raccolta di preghiere della tradizione cattolica, in realtà è l’inizio di una massima di Sant’Alfonso, esperto maestro di vita cristiana, che educa alla preghiera come ‘un mezzo necessario e sicuro, al fine di ottenere la salute, e tutte le grazie che per quella ci bisognano’. Egli non vuole ispirare una tecnica di preghiera ma desidera , attraverso la preghiera, illuminare una speciale visione dell’uomo, perché il pensiero alfonsiano sulla preghiera mette in evidenza una singolare modalità della persona che orienta la vita in un permanente dialogo con una Trascendenza, un Divino, l’Assoluto, su quale si alimentano anche dubbi, incertezze, e inquietanti interrogativi, ma con il quale si è deciso di non troncare mai più il dialogo: questa è la preghiera, spazio dell’amore. In questo spazio convergono l’uomo e Dio, e s’instaura una straordinaria conoscenza. Dalla preghiera s’irrobustisce anche la fede, ma è anche questa che genera l’anelito dell’anima ad aprirsi a Dio. Pregare è rimanere crocifissi per sempre all’Eterno e permettergli di trasfigurarci il cuore”.
“Nella preghiera, cari fedeli – continua Padre Antonio – dobbiamo riuscire ad accogliere il vero volto di Dio. Non è un’entità astratta, né una idea, né un giustiziere, né il tappabuchi ai nostri guai. Il Dio che ci rivela Gesù è prima di tutto un Padre. Quando preghiamo, diciamo ‘Padre nostro’. Affievolire o dissolvere questo legame significa disimparare a pregare. In questo legame c’è la certezza del nostro amore, ecco la solidità delle parole che pronunciamo, ecco l’orizzonte nel quale attingiamo tutta la forza per combattere il male. Un teologo interrogato su questa terribile pandemia ha detto che ‘Dio non può cambiare il corso della storia, ma può dare all’uomo la sua forza per viverla’. Dio Padre concede a coloro che lo chiedono nella preghiera la forza per sottrarsi all’ accadere della resa al nulla, al baratro dell’autosufficienza e l’arida insensibilità”.
“Nella preghiera non si tratta di ripetere a memoria un formulario – conclude – forse neanche serve ritagliarsi un tempo per inserirvi la preghiera, essa non serve a dare luce alla vita ma ci aita ogni giorno a dare alla luce una nuova vita, una nuova gioia, una nuova generosa risposta d’amore, un grido spontaneo nel dolore e nella prova. La preghiera ci sottrae alla tristezza di un presente insopportabile e ci apre alla profezia. La preghiera ci cambia il cuore e il nostro presente. Con affetto benedico ciascuno di voi e vi porto nella preghiera”.
– redazione –