“Semplificare la burocrazia, accesso al credito più facile e maggiori fondi“. Sono queste le richieste della Confederazione Tutela Partita Iva di Basilicata, che lamenta alcune lacune contenute all’interno del maxi decreto “Cura Italia”, che prevede delle misure dedicate agli autonomi e possessori di partita Iva.
“In questo momento – ha dichiarato Giuseppe Digilio, presidente della Confederazione di Basilicata – siamo consapevoli della difficoltà che vive il governo italiano e che tutta l’Europa sta vivendo insieme a noi rispetto all’emergenza Coronavirus. Nonostante ciò, però, non comprendiamo le ragioni per le quali non si metta denaro contante direttamente nelle tasche dei cittadini, e quindi degli imprenditori e delle partite iva, ma si sta pensando di farlo attraverso le banche e l’Inps, che non ha sistemi adeguati per far fronte a questa emergenza, rischiando il cortocircuito che lascerà gran parte dei contribuenti fiori dagli aiuti“.
“In questi giorni manca la liquidità, quindi è necessario semplificare la burocrazia ed avere la possibilità di accedere al credito senza dover necessariamente passare da un livello intermedio“, sottolinea Digilio, che sull’intervento del Governo da 25 miliardi di euro dice: “E’ insufficiente, soprattutto perché comprende una serie di misure che non sono di sostegno alle imprese ma riguardano più aspetti. In una condizione di disagio come questa nella quale circa sei milioni di Partite Iva sono costrette a fare i conti con una contrazione del mercato, sarebbe stato necessario dedicare un capitolo a parte per l’emergenza”.
La Confederazione lucana chiede al Governo un intervento immediato e liquido per sostenere economicamente chi è in difficoltà.
“600 euro è una somma lesiva della dignità di noi lavoratori autonomi – afferma -. Chiediamo che lo Stato riconosca i lavoratori autonomi alla pari di tutti gli altri lavoratori, con gli stessi diritti e le stesse tutele. Solo così si potrà incentivare la strada dell’impresa come alternativa alla ricerca del posto fisso e, nella peggiore delle ipotesi, quella dell’assistenzialismo statale“.
– Claudio Buono –