Carlo Cocozza, 20enne di Auletta, iscritto al primo anno del Corso di Laurea In Economia Aziendale e Management presso l’Università “ Bocconi” di Milano, è tra quei tantissimi studenti che hanno deciso di rimanere in sede e di non lasciarsi prendere dalla paura e prendere il primo treno per il sud per far ritorno a casa.
“Ho deciso di restare a Milano – dice Carlo Cocozza ad Ondanews – per un senso di responsabilità personale e civica nonostante in un primo momento la paura di essere da solo ad 800 chilometri da casa, in questa situazione preoccupante, stava prevalendo. Purtroppo chi ha scelto di scendere è stato guidato dalla comprensibile ma sbagliata paura. Come sempre l’unico modo per combattere la paura è la razionalità e la cultura”.
Carlo Cocozza, già studente modello presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Pomponio Leto” di Teggiano, dove si è diplomato con il massimo dei voti, aspira ad essere, oltre che un bravo studente, anche un bravo cittadino.
“I miei genitori prima e i docenti che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita mi hanno inculcato dei valori che spero possano contribuire a fare di me un buon cittadino– continua lo studente di Auletta – Certo, per me e per tantissimi miei compagni e colleghi, quella che stiamo vivendo è una situazione un po’ insolita. Le mie abitudini giornaliere sono cambiate, non vado in palestra, non vado in Università, tuttavia lo studio è uguale. La mia giornata di studio non è cambiata. Ora ho la possibilità di scegliere io quando studiare e questo, in un certo senso, aumenta anche la mia produttività. Per fortuna in Bocconi abbiamo le lezioni online e questo è un motivo in più per studiare in modo approfondito. Speriamo che questa situazione si normalizzi quanto prima. Solo allora, quando tutto sarà terminato, prenderò di corsa il primo treno per ritornare ad Auletta ed abbracciare i miei familiari”.
Testimonianze giungono, inoltre, da diversi valdianesi che vicono nel Nord Italia.
“Si sta mostrando egoismo e senso civico pari zero – commenta Elia Lapenta di Buonabitacolo ma residente a Ferrara – probabilmente queste persone contribuiranno a diffondere questo virus che per chi è giovane e nel pieno delle forze sembra essere un’influenza ma per chi è più debole può essere letale. Io vivo a Ferrara. In questo momento direi che si tratta di un ‘isola felice ma chiaramente viviamo il momento difficile. Il virus viaggia veloce ma la psicosi e la negligenza anche. Per quanto scomode e restrittive direi che le direttive delle istituzioni nel Vallo di Diano lasciano presagire il meglio”.
Testimonianza anche da Annalia D’Urso, giovane di Montesano sulla Marcellana che vive in provincia di Varese con il marito Salvatore Gorrese( anche lui di Montesano).
“Non possiamo uscire o entrare se non per motivi seri – spiega – con mio marito abbiamo deciso di rimanere qui fino a quando sarà necessario. Decidere di restare e di andare incontro a non sappiamo ancora cosa non è stato facile per noi. Il senso civico, tuttavia, è imperativo”.
Annalia, studentessa di Medicina a Napoli, sottolinea inoltre le difficoltà legate al futuro: “Non si sa quanto durerà l’emergenza e neppure come evolverà il trend di incidenza dei contagi. Tra l’altro, non so ancora come l’Università si organizzerà per far sostenere gli esami”.
– redazione –