Due anni di reclusione con pena sospesa, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, retribuzione al 50%. Questa la sentenza emessa dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Salerno nei riguardi di un dipendente del Comune di Eboli ritenuto colpevole di aver gonfiato il suo stipendio, sottraendo circa 11mila euro.
Come si legge sul quotidiano “Il Mattino“, l’uomo ha dunque ricevuto come provvedimento disciplinare dal Responsabile dell’Area personale del Comune una sospensione cautelare obbligatoria di 5 anni dal pubblico impiego.
Tra il 2007 e il 2009 il dipendente si trovava in servizio nel Settore Finanza e Tributi. La Responsabile si accorse che nelle buste paga del dipendente c’era qualcosa di strano, insospettita dai numerosi arrotondamenti per straordinari.
L’uomo ha risarcito il Comune restituendo la somma di denaro sottratta, ma su di lui continua a pendere l’accusa di peculato e quindi, dopo la sentenza di condanna, per cinque anni non potrà accedere al pubblico impiego, a meno che la sentenza d’Appello non si pronunci in maniera diversa.
A carico del dipendente era stata pronunciata anche una condanna per danno erariale dalla Corte dei Conti. L’uomo, dopo l’apertura dell’inchiesta, venne trasferito negli Uffici demografici e lì ha lavorato fino ad oggi.
– Chiara Di Miele –