Sono due le persone rinviate a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, per la morte del piccolo Gerardo, il bambino di 2 anni di Muro Lucano che perse la vita il 14 marzo 2018 a seguito di un tragico incidente verificatosi sul raccordo autostradale Sicignano-Potenza, all’altezza di Tito.
Lo ha deciso il GUP di Potenza, Ida Iura, che ha rinviato a giudizio il padre del piccolo e l’uomo che si trovava alla guida di una Bmw che ha travolto quella dove la piccola vittima si trovava con i genitori. Il padre di Gerardo è accusato di aver provocato per imprudenza un primo incidente (urto contro un autocarro), che ha danneggiato l’auto su cui viaggiavano, tanto da rendere impossibile la manovra. Secondo le accuse mosse dal pubblico ministero Valentina Santoro, senza il primo incidente non si sarebbe creata la “trappola” in cui si è trovato poi il piccolo, tra le lamiere. Successivamente, l’auto con il piccolo a bordo, è stata travolta dalla BMW.
Gerardo perse la vita poco più tardi, dopo i soccorsi. Però, secondo la difesa del padre, “non c’è un reale nesso di causa-effetto tra i due eventi“, come sottolineato dall’avvocato Guglielmo Binetti, dal momento che il primo impatto non ha provocato la morte di Gerardo. Per il legale andrebbero tenute ben distinte le conseguenze, anche per il tempo trascorso tra i due incidenti. A seguito del secondo impatto, nel quale rimasero feriti anche i genitori del piccolo, ci sarebbe stato uno spostamento delle auto di almeno venti metri.
In questi due anni sono state diverse le iniziative in memoria di Gerardo, anche al “Bambino Gesù” di Roma dov’è stato inaugurato un lettino che porta il suo nome.
La prima udienza è stata fissata al 25 maggio 2020.
– Claudio Buono –
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