Violenza di genere e ruolo dell’Arma dei Carabinieri a tutela delle vittime nel contesto di una rete fatta di collaborazione interistituzionale.
Questo il concetto chiave alla base del seminario sulle tematiche sostanziali e procedimentali introdotte dalla legge 69 del 19 luglio scorso (“Codice Rosso”), organizzato dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Salerno, che oggi pomeriggio si è tenuto nel Polo Cappuccini a Sala Consilina.
Al tavolo dei relatori il Comandante provinciale, il Colonnello Gianluca Trombetti, i Sostituti Procuratori presso il Tribunale di Lagonegro, le dottoresse Rossella Maria Colella e Giovanna Lerose, il Sostituto Procuratore presso il Tribunale per i Minori di Potenza, il dottor Carmine Olivieri, ed il Maresciallo Capo Viviana Ruocco, referente del Comando Provinciale per i reati di violenza di genere.
Presenti il Capitano Davide Acquaviva, Comandante della Compagnia di Sala Consilina, il Capitano Gaetano Ragano, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, il Capitano Matteo Calcagnile, Comandante della Compagnia di Sapri, il Procuratore Capo presso il Tribunale di Lagonegro, il dottor Gianfranco Donadio, il Luogotenente Giuseppe Iannarelli, Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lagonegro, Gherardo Cappelli, il Direttore sanitario dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla, Luigi Mandia, il Direttore del Distretto Sanitario 72 di Sala Consilina, Claudio Mondelli, il sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone, la responsabile del Centro Antiviolenza Aretusa, Katia Pafundi, oltre ai Comandanti delle Stazioni Carabinieri e a numerosi militari della Compagnia.
“Negli ultimi 20 anni si è giunti ad una centralità della vittima – ha spiegato il Colonnello Trombetti-. Il Codice Rosso si inserisce nel filone di rivalutazione della sua figura all’interno del nostro ordinamento di procedura penale in cui il termine ‘vittima’ non esisteva fino al decreto legislativo del 2015. Mancava l’attività di formazione delle forze di Polizia, che è stata introdotta dal Codice Rosso creando maggiore sensibilità tra gli operatori. L’attenzione che stiamo dando alla problematica è elevata. La parola chiave è ‘rete’, contaminandoci tra attori pubblici e privati per non lasciare sole le persone”.
La dottoressa Lerose si è soffermata sulla trattazione processuale dei casi di violenza di genere che fanno seguito all’indagine, ma anche sulla raccolta delle prove, che deve essere rigorosa, e sulla consapevolezza che si tratta di reati con una specifica peculiarità perché si è dinanzi a forme di violenza che traumatizzano la vittima.
“Il legislatore con il Codice Rosso ci fa capire che bisogna muoversi, – ha spiegato la dottoressa Colella – a partire dalla comunicazione della notizia di reato, passando per le indagini. Ha ampliato il novero dei fatti penalmente rilevanti che si connettono alla violenza di genere e ha previsto in alcuni casi dei picchi di pena rigorosi”.
Il magistrato ha poi ricordato l’omicidio di Violeta Senchiu, consumatosi nel 2018 a Sala Consilina e di cui si è occupata personalmente. “È stato doloroso – ha affermato – e mi sono avvalsa in quel periodo dell’eccezionale lavoro svolto dal Luogotenente Fabrizio Piantanida della Compagnia di Sala Consilina. Le vittime non parlano prima, dobbiamo essere noi a permetterglielo”.
Duro il dottor Olivieri secondo cui il Codice Rosso “è di un rosso sbiadito, visto che la spirale dei femminicidi non si è calmata da quando è stata emanata la prima legge in materia. Come mai gli omicidi per mafia dopo riforme importanti si sono attenuati, mentre i femminicidi no? Perché non si è agito sul piano della prevenzione. Dovremmo avere il potere di agire in via cautelare e precautelare. Oggi il fermo di polizia serve più di ogni altra cosa in questi casi, soprattutto a tutela dei minori. Oggi la famiglia normale è spesso un inferno, succedono cose assurde tra le mura domestiche”.
In conclusione il Maresciallo Capo Ruocco ha illustrato ai militari presenti il prontuario operativo per i reati connessi con la violenza di genere.
– Chiara Di Miele –