La “iena” Luigi Pelazza da due anni segue le tracce dello “zio”, il capo della banda dei Rolex che ha truffato varie persone e nel servizio andato in onda ieri sera su Italia 1 è riuscito a rintracciarlo ad Agropoli grazie all’aiuto di un complice.
La truffa è semplice. Uno della banda risponde ad un annuncio di vendita dicendo di essere interessato ad acquistare il costoso orologio a 9000 euro. Ma all’appuntamento organizzato nella banca del venditore si presenta con un assegno circolare clonato. Quando il venditore scopre di aver dato via il suo Rolex per un pezzo di carta di nessun valore, è ormai troppo tardi.
Il sistema si basa sul fatto che la chiamata alla banca che ha emesso l’assegno, e che ne conferma la validità, è intercettata proprio dallo “zio”. A rispondere dunque non è il direttore della filiale, ma un complice.
Pelazza ha raggiunto lo “zio” che gli ha chiesto di incontrarlo perché vuole mettere in piedi una truffa simile ma con le automobili. Il complice de “Le Iene” gli spiega di volere truffare un milanese con una Mercedes di 35mila euroe di avere bisogno di qualcuno che intercetti la chiamata tra le due banche. “Lo zio” ha chiesto 200 euro per il finto assegno circolare e una percentuale del 15% sul valore dell’auto. Pretende anche di coinvolgere nella truffa un suo socio, “Giovanni il milanese”.
“Le Iene”, ricevuto il falso assegno, attendono “lo zio” nascosti in un furgone davanti alla banca dove l’uomo si dirige alla cabina telefonica di derivazione per deviare la chiamata. Con un cordless bianco va in auto per rispondere al posto del direttore della filiale. Ma un anziano si avvicina alla cabina, notando movimenti strani. “Lo zio” se ne accorge e toglie gli strumenti usati per deviare le chiamate. In quel momento Luigi Pelazza si dirige verso di lui. “Prendo anche di meno del 10-15%, cioè il 5% – spiega – Ma sai tutto, che me lo domandi a fare? Che ti devo raccontare? Io vengo da dieci anni di carcere, sono uscito quattro mesi fa. Ti giuro, ho un sacco di problemi, adesso ti ci metti pure tu. Io creo problemi agli altri ma gli altri li hanno creati a me. Ci vuole un po’ di pazienza, viviamo in un mondo brutto“.
La telefonata che l’uomo avrebbe dovuto intercettare era diretta alla filiale di Agropoli della BCC dei Comuni Cilentani.
– Chiara Di Miele –