I Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza dall’alba hanno eseguito nel Potentino un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 17 indagati, responsabili in concorso, a vario titolo, di una pluralità indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione e la fede pubblica.
Sono finite agli arresti domiciliari 7 persone, tra cui un funzionario dell’Ufficio Difesa del Suolo della Regione Basilicata, ad altre 8 è toccato il divieto di dimora, mentre le ultime due hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le misure cautelari sono state eseguite insieme a 28 perquisizioni personali e domiciliari, 5 perquisizioni presso uffici pubblici e 9 presso studi professionali ed uffici sedi di imprese private. Ad ora risultano indagate a vario titolo, per reati contro la Pubblica Amministrazione, 50 persone.
In particolare, le indagini hanno preso avvio nel marzo 2018 dall’arresto in flagranza del reato di Antonio Giuzio, funzionario dell’Ufficio Difesa del Suolo di Melfi. Sono durate circa un anno e hanno consentito di documentare, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali, acquisizioni documentali, sommarie informazioni testimoniali, consulenze tecniche, diverse condotte illecite.
Il provvedimento scaturisce da un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, che ha consentito di documentare l’esistenza di un consolidato sistema di corruzione improntato sulla gestione e successiva autorizzazione di pratiche edilizie da parte del funzionario dell’Ufficio Difesa del Suolo della Regione Basilicata Nicola Calabrese e l’illecita gestione politico-amministrativa del Comune di Venosa ascrivibile, tra gli altri, anche all’ex sindaco Tommaso Gammone.
Due, quindi, i principali filoni delle indagini, uno sei quali riguarda proprio le condotte delittuose del funzionario Nicola Calabrese e dei suoi complici Andrea Luciano Calabrese, Mario De Feudis, Emanuele Lichinchi, Biagio Paglialunga. Sono emersi numerosi episodi di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. In sostanza è emerso che il buon esito delle pratiche edilizie era subordinato all’accordo tra Pubblici Uffici e privati nel quale, come controprestazione delle autorizzazioni e nulla osta rese dalla Pubblica Amministrazione, era previsto sistematicamente l’affidamento a determinati tecnici della progettazione e direzione dei lavori delle opere da realizzarsi anche a prescindere dalla sussistenza dei requisiti tecnici necessari per approvare le pratiche.
– Chiara Di Miele –