Sono partite, ma solo in alcuni Centri per l’impiego (CPI) le procedure di convocazione dei beneficiari del Reddito di cittadinanza tenuti a firmare i Patti per il lavoro che dovrebbero avviarli a trovare un’occupazione.
Il processo parte con quattro mesi di ritardo, infatti avrebbe dovuto iniziare dopo trenta giorni dall’erogazione del contributo economico previsto dal Governo Conte con la legge di stabilità 2019. Si sono dovuti attendere tutti gli invii dei dati via mail perchè il sistema informatizzato condiviso tra tutti gli enti non è ancora disponibile. Inoltre non sono ancora state chiarite da ANPAL le modalità pratiche di avvio al lavoro.
Sono state invece pubblicate le Linee Guida per i lavori socialmente utili e i percorsi di inclusione sociale per i soggetti che non sono in grado di lavorare, di cui si devono fare carico i Comuni.
Ma in cosa consiste la convocazione presso i CPI e chi è coinvolto? In pratica l’elenco delle persone maggiorenni che fanno parte di nuclei familiari che hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza dall’INPS sono stati comunicati ai Centri per l’impiego regionali che, in teoria entro 30 giorni, devono verificare che questi soggetti siano effettivamente tenuti a seguire il percorso di politica attiva (firma del Patto per il lavoro con gli obblighi connessi: frequenza di eventuali corsi di formazione e accettazione di una offerta di lavoro congrua). Il colloquio comporterà quindi la compilazione dell’identikit dei candidati: i dati anagrafici, il periodo di disoccupazione, gli impieghi e le esperienze passate e le competenze, per iniziare a definire le proposte di riqualificazione o di inserimento lavorativo adatto.
Ricordiamo che sono esclusi i componenti dei nuclei familiari beneficiari di reddito oltre i 65 anni di età, gli studenti e coloro che possano dimostrare di avere in carico la cura di minori o disabili. Dai dati INPS risultano ad oggi 704mila soggetti occupabili, di cui quasi il 65% è concentrato in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
Le chiamate potranno essere sia telefoniche che via messaggio o via mail. I primi colloqui dovrebbero iniziare lunedì 9 settembre. Per chi è tenuto alla firma del patto per il lavoro l’assenza comporta sanzioni che possono arrivare alla revoca del sussidio economico.
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