Giuseppe De Camillis, Vicepresidente della Seconda Sezione della Commissione Tributaria regionale, ora in pensione, si è avvalso ieri della facoltà di non rispondere dinanzi al GIP Piero Indinnimeo e al Sostituto Procuratore Elena Guarino nel corso dell’interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto dopo l’arresto avvenuto nei giorni scorsi.
Gli ufficiali di Polizia Giudiziaria in servizio presso il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un’ordinanza cautelare applicativa della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati gravemente indiziati del delitto di corruzione in atti giudiziari.
De Camillis e Fernando Spanò, Presidente della V Commissione, sono stati arrestati per corruzione in atti pubblici. Entrambi restano in carcere.
Spanò avrebbe confessato dinanzi agli inquirenti.
Le indagini, svolte dalla Guardia di Finanza, hanno consentito addirittura di riprendere le dazioni di denaro a titolo di corruzione che, tramite i due dipendenti amministrativi che trattenevano la loro quota-parte, venivano successivamente consegnate ai due Giudici Tributari.
Il passaggio di denaro avveniva sempre in contanti, il giorno prima della decisione della Commissione Tributaria Regionale ed in luoghi particolari, quali l’ascensore della Commissione. In un caso, il Giudice, non soddisfatto, ha persino preteso un’integrazione della somma già ottenuta, minacciando un provvedimento non in linea con le aspettative del corruttore. Gli accertamenti svolti hanno consentito di individuare dieci procedure il cui iter è stato condizionato dalla corruzione e di verificare che tutte sono state decise con sentenze favorevoli ai contribuenti corruttori, con l’azzeramento delle somme dovute al Fisco per le imposte evase, gli interessi maturati e le sanzioni comminate.
Sempre nella giornata di ieri il GIP Indinnimeo ha anche firmato la scarcerazione per cinque imprenditori che restano agli arresti domiciliari.
– Claudia Monaco –
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