E’ prevista fino a domani una grande mobilitazione con incontri e dibattiti per protestare contro il Congresso Mondiale delle Famiglie (Wcf) che quest’anno giunge alla sua XIII edizione: femministe e attiviste di tutto il mondo invaderanno Verona per dire NO al Congresso che difende esclusivamente i diritti della famiglia etero-patriarcale come la sola unione possibile e che raccoglie gruppi che si dichiarano contro l’aborto e la libertà di scelta delle donne, contro i diritti riproduttivi e lgbtqi, contro le soggettività lesbiche, gay e trans, contro i matrimoni gay e contro il divorzio, gli studi di genere e l’immigrazione.
Il Congresso Mondiale delle Famiglie ha ottenuto il patrocinio del Ministero per la Famiglia e le Disabilità, della Regione Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Parteciperanno il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, oltre al senatore della Lega Simone Pillon e Giorgia Meloni.
“Il Wcf in Italia si pone in totale continuità con le manovre attuate in diverse città volte a limitare e ridurre i diritti delle donne o delle minoranze: per questo motivo Non una di Meno, rete femminista estesa su tutto il territorio italiano, convoca un corteo e tre giorni di mobilitazioni per parlare di diritti delle donne e delle persone LGBTQ” fanno sapere dall’Associazione Differenza Donna, che gestisce il Centro Antiviolenza Aretusa di Atena Lucana, presente a Verona in nome delle donne, delle attiviste, delle operatrici dei Centri antiviolenza per promuovere diritti e libertà di scelta sul proprio corpo, orientamento sessuale e sfera affettiva.
Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna Ong, comunica con soddisfazione che “la seduta di Commissione Giustizia del Senato, prevista per martedì 2 aprile, in cui doveva essere discusso il Ddl Pillon, non si terrà, complice anche la grande pressione che le donne, le tantissime associazioni e i vari movimenti femministi stanno operando contro provvedimenti che attaccano i diritti delle donne e delle minoranze. La forza delle associazioni che si occupano di questi diritti è che sanno di avere dalla loro parte quell’Italia che non vuole tornare indietro di settant’anni, cancellando anni di lotte per la conquista di diritti e riconoscimenti”.
L’Associazione Ong Differenza Donna fa sapere che “non arretrerà di un solo millimetro, fino a quando questo inaccettabile disegno di legge che offende le donne e tutto il Paese non verrà ritirato“.
– Chiara Di Miele –