“E’ un errore materiale ed è necessario fare una modifica”. Esordisce così Giannino Romaniello, consigliere regionale del Gruppo Misto-Art. Uno Mdp, in riferimento alla legge regionale della Basilicata sul randagismo, la numero 46/2018, che prevede l’abbattimento degli animali randagi non reclamati.
Nello specifico, l’articolo 6 prevede che le aziende sanitarie provvedano alla soppressione con metodi eutanasici dei cani e gatti raccolti, qualora ricorrano le condizioni di cui all’art.19, comma 1, il quale prevede che il responsabile degli animali da compagnia o d’affezione è tenuto a denunciare lo smarrimento o la sottrazione dell’animale entro 5 giorni.
“Appare pertanto evidente – ha sottolineato Romaniello – l’errore contenuto nell’articolo 6, comma, il quale fa erroneamente riferimento all’articolo 19 piuttosto che all’articolo 22, comma 1, il quale recita che gli animali ricoverati nelle strutture di cui agli articoli 11 e 12, possono essere soppressi solo se gravemente malati e incurabili”.
Insomma, un errore materiale nella norma che ha creato non poche polemiche anche tra le associazioni animaliste, con la Lav che aveva chiesto una immediata modifica. Quando si è discusso della legge prima di novembre, la volontà del Consiglio regionale lucano era quella di prevedere esclusivamente la soppressione, con metodi eutanasici, di cani, gatti e altri animali da compagnia o d’affezione solo se gravemente malati e incurabili, con l’obiettivo di evitare inutili sofferenze. E quindi non degli animali smarriti e non reclamatati.
“Per porre rimedio a questo evidente errore materiale – ha sottolineato Romaniello – ho presentato un emendamento di modifica”.
– Claudio Buono –
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