Gli ultimi mesi hanno tenuto col fiato sospeso tutta la comunità del Vallo di Diano in merito alla sorte del Punto Nascita dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla che ha rischiato la soppressione dopo un decreto della Regione Campania con cui veniva prevista la disattivazione dei Punti Nascita degli ospedali che non raggiungono il numero minimo di 500 parti all’anno. Disattivazione successivamente scongiurata dall’approvazione del nuovo Piano Ospedaliero regionale che inserisce il nosocomio di Polla tra i DEA di I livello e dalla deroga alla chiusura concessa per il Punto Nascita del “Curto”.
Resta un numero, quello dei 500 parti annui, che suscita una serie di perplessità. Soprattutto alla luce di alcuni dati provenienti direttamente dal Ministero della Salute e che fanno seguito all’iniziale soppressione del Punto Nascita data da un parere sfavorevole emanato dal Comitato ministeriale a ciò delegato. Nel 2016, infatti, il volume di attività del Punto Nascita di Polla è stato di 345 dimissioni per parto. Ciò che lascia riflettere, però, sono i dati relativi allo stesso anno, paese per paese, che mettono in evidenza il numero, a volte eccessivo, di donne che hanno scelto di partorire nell’ospedale di Lagonegro, dunque in un’altra regione, con tutta una serie di ripercussioni di carattere economico sul sistema sanitario campano.
A Sala Consilina su 106 nati 63 hanno visto la luce nell’ospedale di Polla e 11 in quello di Lagonegro, a Teggiano su 50 nuovi nati 36 sono stati dimessi da Polla e solo 2 da Lagonegro, a Sassano invece su 42 parti 30 sono stati effettuati a Polla e 5 a Lagonegro, mentre a Polla dei 33 neonati 25 hanno visto la luce nel locale Punto Nascita e solo uno in quello di Lagonegro. Passando in rassegna gli altri paesi del comprensorio notiamo che a San Rufo nel 2016 sono nati 19 bambini, di cui 14 al “Curto” e 2 a Lagonegro, mentre il dato eclatante è relativo a Montesano sulla Marcellana dove di 44 neonati solo 12 sono stati dimessi dall’ospedale di Polla e 21, quasi la metà, dall’ospedale lucano. Anche le mamme di Padula nel 2016 hanno preferito l’ospedale di Lagonegro a quello di Polla con 14 nati in Basilicata contro i soli 5 di Polla (totale nati nell’anno di 31), così come quelle di Buonabitacolo (16 nati totali, di cui 8 a Lagonegro e 4 a Polla), di Monte San Giacomo che su 8 parti ha visto nascere 3 piccoli a Polla e 2 a Lagonegro.
Poi ci sono i paesi che non hanno scelto Lagonegro come Punto Nascita in cui portare alla luce i propri neonati e si tratta di Sant’Arsenio (20 nati in totale di 12 a Polla), Atena Lucana (18 nati nel 2016 di cui 11 a Polla), Auletta (16 neonati di cui 9 a Polla), Caggiano (11 nuovi nati di cui 9 al “Curto”), San Pietro al Tanagro (14 nati in totale di cui 9 a Polla), Pertosa (4 nati di cui 3 al “Curto”). Sono stati diversi, invece, i genitori residenti nei paesi della Val d’Agri o dei vicini Alburni che nel 2016 hanno scelto l’ospedale di Polla per far venire alla luce i propri piccoli.
Nell’ultimo incontro tra i sindaci del Vallo di Diano tenutosi a Polla mercoledì scorso, il presidente del Consiglio comunale pollese, Teresa Pascale, ha portato questi numeri all’attenzione dei presenti. “L’ho fatto per lasciarne scaturire un’opportuna analisi – dichiara ad Ondanews -. Ritengo che ogni donna sia libera di partorire dove preferisce, quindi non discuto nel merito di chi deve partorire in ospedali più attrezzati, come Potenza o Battipaglia, casomai perchè il feto ha fatto riscontrare dei problemi tali da richiedere cure differenti e più sofisticate. Ma bisogna discutere in merito a chi preferisce partorire a Lagonegro in un ospedale rispetto a cui il ‘Curto’ non ha nulla da invidiare. Lo stesso professor Sileri, presidente della Commissione Sanità, dopo la sua visita nell’ospedale di Polla dello scorso 9 dicembre ha giudicato il Dipartimento Materno-Infantile di altissimo livello qualitativo sia per strumentazione che per comfort. Sileri, che è un professionista del settore e non è affatto uno sprovveduto, affermò che se sua moglie fosse stata incinta lui stesso non avrebbe esitato dal farla partorire a Polla“.
Bisogna sottolineare inoltre, lasciando ai lettori la possibilità di riflettere sui dati messi in evidenza, che il Distretto Sanitario di competenza non avrebbe al momento attivo un consultorio con ambulatorio ginecologico per sensibilizzare le donne valdianesi e portare la consapevolezza che partorire fuori regione comporta un doppio danno: economico, per la Regione Campania che dovrà rimborsare alla Basilicata le spese sostenute per assistere un proprio residente in un ospedale lucano e un danno al Punto Nascita di Polla che così rischia, anno dopo anno, di vedere diminuire vertiginosamente il numero di neonati dimessi.
– Chiara Di Miele –