Il gip di Potenza, Lucio Setola, ha rinviato a giudizio 9 persone coinvolte nell’inchiesta sulle presunte cartelle gonfiate all’Istituto Clinico Lucano, ex Luccioni, che a marzo dello scorso anno portò all’esecuzione di 6 misure cautelari (quattro ai domiciliari e due divieti di dimora a Potenza) richieste dalla Procura. La decisione è stata assunta a seguito dell’udienza che si è tenuta ieri al Tribunale di Potenza.
L’inchiesta, con le indagini curate dai Carabinieri del Nas, ha smascherato, secondo le risultanze della Procura, un collaudato sistema di truffe ai danni dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Venivano indicati nelle cartelle cliniche interventi e procedure mai eseguite o complicazioni inesistenti, per un totale di 115 casi contestati.
I destinatari delle misure cautelari risultavano essere, agli arresti domiciliari, Walter Di Marzo (amministratore, di Portici), Antonio Rocco Mario Muliere (medico, di Potenza), Paolo Sorbo (medico, di Salerno) e Archimede Leccese (medico dell’Asp, di Potenza), mentre divieto di dimora a Potenza per Giuseppe Rastelli (direttore amministrativo, di Lauro, nell’Avellinese) e Lorenzo Tartaglione (direttore sanitario, di Potenza). Tra gli indagati rinviati a giudizio anche i medici Paolo Dell’Aera e Gennaro Straziuso, insieme ad Antonello Melillo (fornitore kit medici).
L’accusa ha contestato anche la truffa per le forniture mediche, con indicazioni errate in 379 casi di infiltrazioni per un totale di oltre 2 milioni di euro rimborsati alla Clinica, che non ne aveva diritto. Le quote della Clinica vennero sequestrate con la nomina di un amministratore giudiziario.
La prima udienza si terrà il 14 giugno prossimo.
– redazione –
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