“I cittadini del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non hanno nessuno strumento per far sentire la loro voce, formulare proposte o presentare istanze. Oppure sentire l’ente come un’istituzione vicina ai loro problemi. Il Presidente del Parco ha 30 giorni di tempo per comunicare quali siano stati gli adempimenti statutari in merito alla partecipazione dei cittadini”.
E’ quanto richiesto nella diffida inviata dal Difensore Civico della Regione Campania, l’avvocato Giuseppe Fortunato, a seguito di una istanza firmata da “Cittadini Attivi Provincia di Salerno” residenti in diversi Comuni dell’Area Parco e dell’intera provincia. In assenza sarà costretto a rivolgersi agli organi di Governo per chiedere urgentissimi interventi che potrebbero portare alla sostituzione degli Organi dell’Ente.
Secondo il Gruppo “Cittadini Attivi Provincia di Salerno” vi è “la totale mancanza di regolamenti in materia di partecipazione civica, seppur previsti dallo Statuto. Non è più tollerabile permettere ad un’istituzione patrimonio dell’Unesco, che nei suoi confini comprende 80 comuni ed 8 comunità montane, una gestione avulsa dai reali bisogni del territorio, che vede sempre più i residenti orientati a considerare l’Ente, che dovrebbe essere un agente di tutela e sviluppo, come un soggetto ostile. Nega i più elementari strumenti di partecipazione volti a permettere ai cittadini di attivare iniziative di consultazione, valutazione di proposte e soluzioni, in forma individuale o associata. Il Difensore Civico ha chiesto al Governo di sciogliere gli Organi incapaci degli Enti Parco che non sanno assicurare la dovuta partecipazione ai cittadini e subito sostituirli. A casa i Presidenti che non danno la dovuta possibilità ai cittadini di partecipare”.
“La predisposizione di istituti che permettono di poter disporre proposte e suggerire soluzioni di problemi che possono provenire direttamente dai cittadini, che possono farsi sentire solo per il tramite di amministratori rappresentati nel Consiglio – sostengono – permetterà di ridurre quel filtro volto a rafforzare la ‘sudditanza’, dall’altra ad incentivare la diffidenza nell’Ente in particolare e nelle istituzioni in generale. L’istanza, una volta approvato il regolamento, consentirà ad un sempre maggior numero di persone, che hanno a cuore la tutela del territorio, di avere strumenti concreti di partecipazione attiva e sostenere un principio fondamentale: il Parco è anche nostro”.
– Annamaria Lotierzo –