La disoccupazione giovanile e la Questione meridionale sono problemi storici a cui lo Stato, nonostante le innumerevoli misure adottate dai Governi che si sono seguiti negli ultimi 70 anni, non è mai riuscito a porre rimedio. Sono passati decenni, epoche storiche, Governi di centro, di destra e di sinistra, sono cambiate ricchezza e abitudini degli italiani, mode e costumi della società e, tuttavia, i problemi dei giovani che non trovano lavoro e del divario di ricchezza, servizi e opportunità tra il Nord e il Sud del Paese sono sempre lì, indifferenti e inalterati al passaggio degli anni.
L’ultimo incentivo, in ordine di tempo, a sostegno della crescita e dell’imprenditorialità nelle regioni meridionali è rappresentato dal “Resto al Sud”, introdotto dall’articolo 1 del Decreto legge n. 91/2017, convertito con modificazione dalla legge 123/2017. Questo incentivo è un finanziamento parzialmente a fondo perduto (circa 35%) e per la restante parte (65%) a tasso zero che Invitalia, l’Agenzia del Ministero dell’Economia che gestisce gli incentivi nazionali volti alla nascita e al finanziamento di attività già esistenti, riconosce ai soggetti con idee di impresa reputate meritevoli.
Il bando “Resto al Sud” è teso al finanziamento dei progetti economici dei giovani under 35 che risiedono nelle regioni meridionali (Abbruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e che decidono di rimanere nel territorio e iniziare, qui, una nuova attività. Sono ammesse a questo incentivo le attività consistenti nella prestazione di servizi e nella produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria; restano escluse, ad oggi, le attività professionali e commerciali. Possono partecipare al bando ditte individuali e società per un importo finanziabile massimo pari a 50.000 euro per le imprese individuali e 200.000 euro per le società.
Il finanziamento previsto da questo bando intende aiutare coloro i quali ritengono di avere un’idea vincente, di essere bravi in qualcosa, ma non hanno le risorse materiali per dar forma a quello che immaginano. L’incentivo è subordinato al colloquio con i funzionari di Invitalia i quali decideranno se l’iniziativa è meritevole o no di essere promossa.
“Resto al Sud” è uno strumento che il Governo in carica ha deciso di potenziare eliminando alcuni dei limiti che, ad oggi, esistono: la Legge di Bilancio 2019, in fase di approvazione, dovrebbe pertanto estendere questa agevolazione anche ai professionisti, a coloro i quali avevano già un’impresa in attività alla data del 21 giugno 2017 e decidono di chiuderla e, soprattutto, agli under 46 (il limite attuale è fino a 36 anni non compiuti).
Pare difficile che “Resto al Sud” possa davvero combattere in modo significativo la disoccupazione o ridurre il gap tra il Mezzogiorno e le regioni del Nord del Paese. Ciononostante, nelle difficoltà economiche e lavorative che viviamo in questo preciso momento storico, esso rappresenta un’opportunità che si spera tanti decidano di cogliere.
– Lorenzo Stavola –