Intervento d’eccellenza all’ospedale “Ruggi D’Aragona” di Salerno grazie all’impegno dei medici Mario Polichetti e Raffaele Petta che, insieme ai rispettivi collaboratori, hanno realizzato il sogno di Lucia Giusti: diventare mamma per la terza volta.
“Quando appresi di essere nuovamente incinta, provai una gioia grandissima – racconta la 30enne di Olevano sul Tusciano – potevo dare una sorellina a Fulvio e a Martina e un altro figlio a mio marito Tommaso. La gravidanza procedeva serenamente, gli esami andavano bene come anche le ecografie, compresa quella morfologica. Al settimo mese inoltrato, la doccia fredda. Da un consulto con un altro ginecologo mi fu diagnosticata una placenta previa centrale”.
“Mi fu consigliato – continua la donna – di rivolgermi al Reparto di Gravidanza a rischio diretto dal professore Petta a Salerno. Mi fu spiegato chiaramente che, avendo avuto due tagli cesarei e poiché la placenta era bassa, vi era un 50% di probabilità che la placenta fosse accreta, cioè abnormemente aderente all’utero con il rischio di gravissime emorragie che potevano portare alla necessità di dover asportare l’utero e nel 7-10% dei casi addirittura alla morte”.
“Fui invitata ad inviare almeno tre donatori di sangue perché poteva essere necessaria una trasfusione. La risonanza fu tranquillizzante ma mi fu ribadito che comunque non dava la certezza. Poi venne il fatidico giorno dell’intervento, il 22 ottobre, giorno in cui nacque Alessia, una splendida bimba del peso di circa 2 chili. Il primo intervento andò bene, ma nella sala risveglio si verificò una improvvisa imponente emorragia per cui fui subito riportata in sala operatoria per un secondo intervento, ultimato il quale fui trasferita in Rianimazione. Però dopo qualche ora si verificò una nuova emorragia e non era chiara la fonte. Furono allertati i medici Petta e Polichetti che da casa prontamente accorsero al mio capezzale e presero la difficile decisione di giocare il tutto per tutto e di portarmi di nuovo in sala operatoria per cercare di salvarmi la vita. Ormai non avevo più sangue mio e mi fecero 16 trasfusioni. L’intervento, il terzo, andò bene”.
“Se posso abbracciare i miei figli e mio marito e se vi posso raccontare la mia storia lo devo in primis ai medici Petta, Polichetti, all’anestesista Fidelia Ferrara e a tutto il fantastico personale medico e paramedico del reparto del “Ruggi” di Salerno”.
Una vicenda che vede il plauso anche di Mario Polichetti, che lancia un appello in qualità di sindacalista della Fials Medici: “La vicenda di Lucia ci insegna che l’eccellenza nella sanità salernitana è realtà. Questo patrimonio va tutelato con investimenti importanti, perché altrimenti non si può fare solo affidamento sul valore del personale medico. Servono tecnologie all’avanguardia per tenere in piedi questo reparto. Dunque, sarei anche favorevole all’ interessamento dei privati pur lasciando sempre la preponderanza alla parte pubblica”.
– Claudia Monaco –