Ronde e Sicurezza Urbana al centro dell’incontro promosso a Montesano sulla Marcellana dall’Associazione “Risveglio Civico”.
Il convegno ha offerto l’occasione per discutere dei reati predatori e della possibile collaborazione dei cittadini con le azioni che quotidianamente le Forze dell’Ordine svolgono a tutela della sicurezza del territorio.
L’incontro, moderato da Amanda Cozza, è stato promosso anche dall’Ordine degli Avvocati di Lagonegro rappresentato ieri sera dall’avvocato Gelsomina Cassino, l’Unione Giuristi Cattolici Italiani rappresentata dall’avvocato Angelo Paladino e la Camera Penale di Lagonegro rappresentata dall’avvocato Pasquale Ciancia. Presente, tra gli altri, il Sindaco di Montesano sulla Marcellana Giuseppe Rinaldi, don Donato Ciro Varuzza, Responsabile Diocesano dell’Ufficio Pastorale Giovanile, il capogruppo consiliare di opposizione, l’avvocato Renivaldo Lagreca, il dottor Claudio Scorza, Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Lagonegro, Pasquale Gentile, Presidente della BCC Buonabitacolo, il Capitano Davide Acquaviva, Comandante della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina e la Stazione Carabinieri di Buonabitacolo rappresentata dal Maresciallo Gianni Mirabello.
Durante la lectio, il dottore Scorza ha sottolineato l’importanza della Sicurezza come bene di rilievo costituzionale. Tra i vari passaggi, è stato inoltre sottolineato come la percezione di insicurezza nei cittadini sia aumentata ma che, nonostante tutto, le ronde “fai da te” sono pericolose e provocano il rischio di incorrere in una serie di reati. Reati che vanno da usurpazione di funzioni pubbliche a procurato allarme e minaccia. Le ronde, devono essere quindi operazioni di sicurezza progettate e coordinate che possano prevenire i disagi sociali e i conseguenti episodi criminali.
Il ruolo dei social e le fake news, invece, secondo il Capitano Acquaviva, generano allarmismi dove spesso i mass media sono complici “per necessità da parte della politica di giustificare determinate situazioni o per il gusto di fare falsa informazione”.
“Se un cittadino non è addestrato – ha poi spiegato – è chiaro che abuserà della legge e commetterà reato. Quello che ci distingue dalle ronde è la nostra organizzazione che si svolge con ruoli precisi che mirano alla sicurezza come l’attività di prevenzione e la repressione dei reati”.
Conclusioni affidate a don Donato Varuzza che ha sottolineato come il mondo dei giovani sia sempre più distante dal mondo delle istituzioni, della Chiesa e della Giustizia: “Ho assistito a Montesano – ha sottolineato – ad insani eroismi dove spesso i giovani sono stati fomentati dai grandi per l’organizzazione di ronde. Non nego la mia preoccupazione, in quei giorni, per le possibili conseguenze. Ma se non promuoviamo noi la giustizia, come possono farlo i nostri giovani? Serve un luogo di progettazione reale e concreta dove siano dati degli input”.
– Claudia Monaco –