Diverse sono le voci che in questi giorni si levano in merito al decreto della Regione Campania con cui, a partire dal 1° gennaio del 2019, viene prevista la disattivazione dei Punti Nascita degli ospedali di Polla e di Sapri perchè non raggiungono il numero minimo di 500 parti all’anno. Decreto che scaturisce dal parere sfavorevole, dato dal Comitato Percorso Nascita nazionale del Ministero delle Salute, riguardo alla proroga di un anno per il mantenimento del servizio.
Ne abbiamo parlato con Corrado Matera, assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania.
- La Regione è sotto attacco per la chiusura del Punto Nascita di Polla. Come riferimento principale del territorio come sta vivendo questo momento?
Da un lato apprezzo molto la vivacità dei cittadini che in maniera spontanea e solidale partecipano alla difesa del territorio. Dall’altro sono amareggiato perché la Regione, che in questi anni sta dimostrando attenzione al Vallo di Diano, viene accusata come responsabile della soppressione dei Punti Nascita.
- E’ il caso di inquadrare la questione. E’ giusto che la gente sappia.
Il tutto parte da un Decreto del 2015, quando si fissano i criteri per mantenere su tutto il territorio nazionale i Punti Nascita presso le strutture ospedaliere. Il tetto minimo previsto era inizialmente di 1000 nascite, successivamente ridotto a 500. Per le aree svantaggiate viene prevista una deroga. In questi anni la Regione ha richiesto ed ottenuto la deroga per gli ospedali di Polla e di Sapri, per i quali le nascite sono al di sotto delle 500 unità.
- Perché quest’anno la deroga non si è ottenuta?
Negli anni passati il Comitato tecnico del Ministero della Salute, guidato dal Ministro Lorenzin, ha concesso la deroga. Nel 2018 lo stesso Comitato guidato dall’attuale Ministro Giulia Grillo, ha ritenuto di non concedere la deroga per gli ospedali di Polla e Sapri.
- Vi è responsabilità politica secondo Lei?
La responsabilità sta nel fatto che dal 2015 al 2018 il Parlamento, pur avendo ben legiferato su alcune materie (piccoli Comuni, spopolamento aree interne, aree svantaggiate), non si è preoccupato di adottare provvedimenti che rendessero automatiche le deroghe per questi territori, in particolar modo per la sanità. A mio avviso, per i territori facenti parti delle aree interne e per i piccoli Comuni la deroga alle disposizioni nazionali è un atto dovuto, soprattutto se c’è di mezzo la salute.
- Qualcuno accusa la Regione di aver avuto il parere negativo del Comitato tecnico del Ministero della Salute nell’agosto scorso. Secondo Lei si è perso del tempo?
Assolutamente no! La Regione ha lavorato per risolvere il problema. Abbiamo messo in campo azioni concrete. Con l’approvazione della strategia delle aree interne Vallo di Diano si è fatta emergere una contraddizione alla quale il Ministro competente dovrà dare una risposta.
- Cosa significa?
Le pare accettabile che la strategia dell’area interna, approvata dal Parlamento con la Legge di stabilità, da un lato prevede tra le linee strategiche nazionali la valorizzazione della Sanità ed in particolar modo, nel caso specifico del Vallo di Diano, la valorizzazione del materno infantile, dall’altro lato priva il territorio dei punti nascita? Quello che è accaduto è una contraddizione, il Ministro competente ed i suoi uffici dovranno dare chiarimenti. Nella giornata di ieri ho partecipato a Telese, con il Presidente della Comunità Montana Raffaele Accetta, responsabile dell’area interna Vallo di Diano, al tavolo nazionale delle aree interne e in quella sede è stata posta la questione.
- Cosa farà la Regione?
Con determinazione sarà riproposta la richiesta di deroga. Adducendo nuove motivazioni anche alla luce di contraddizioni emerse.
- Sono in molti a chiedersi la posizione della Regione sui Punti Nascita delle case di cura private.
Non capisco la domanda. I Punti Nascita delle case di cura private che non hanno raggiunto la quota 500 sono stati tutti chiusi.
- E la Casa di Cura Cobellis?
La clinica Cobellis non ha mai avuto Punti Nascita. Spero che non vi siano le solite speculazioni.
- Secondo Lei è una partita chiusa per il territorio?
Assolutamente no. Però ora non è assolutamente tempo di pensare a piani subordinati. In questi giorni è necessario, invece, lavorare con grande determinazione e concentrazione alla risoluzione del problema, senza alcuna distrazione. Sarà anche un’occasione per capire, indipendentemente dalle appartenenze politiche, se i parlamentari eletti nel nostro territorio hanno a cuore le sorti degli ospedali di Polla e di Sapri. Sono fiducioso che, con l’unità e senza speculazioni, il problema sarà risolto
- Quale messaggio lancia ai tanti che hanno a cuore il problema della soppressione dei Punti Nascita?
Di non abbassare la guardia. Di essere uniti ma non prestarsi ad inutili strumentalizzazioni e speculazioni. Insieme ce la faremo.
– Chiara Di Miele –