Sono ore di tensione e di preoccupazione per le sorti dei due Punti Nascita degli ospedali “Luigi Curto” di Polla e “dell’Immacolata” di Sapri. Un Decreto della Regione Campania ne ha previsto la disattivazione a partire dal 1° gennaio 2019. Rientrano infatti tra quelli che non fanno registrare almeno 500 parti all’anno e per i quali il Comitato Percorso Nascita nazionale del Ministero delle Salute non ha accolto la richiesta di deroga da parte della Regione.
In merito interviene Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano e Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, da sempre particolarmente attento alle sorti del presidio ospedaliero valdianese e tra coloro i quali si sono battuti per la salvaguardia di specifici servizi.
“Chiudere il Punto Nascite a Polla e a Sapri rappresenta, oltre che una follia, anche una di quelle vergognose contraddizioni della politica italiana – sottolinea Pellegrino – Approviamo le leggi sui piccoli Comuni, poi continuiamo a tagliare i servizi per le famiglie che ci vivono, parliamo della valorizzazione delle periferie, poi non diamo la possibilità di nascerci, finanziamo le Aree Interne, poi tagliamo i fondi per l’assistenza sanitaria nelle stesse, parliamo di contrasto allo spopolamento e facciamo di tutto per spingere le famiglie a vivere nei grandi centri. Basta con questa ipocrisia che continua a togliere credibilità alla politica, che con serietà e responsabilità dovrebbe occuparsi almeno dei bisogni primari della gente“.
Per Pellegrino “anche se ci fosse una sola mamma, avrebbe il diritto di partorire nel presidio sanitario più vicino. In questo caso non parliamo di prestazioni d’eccellenza ad elevata professionalità per le quali è giustissimo operare una razionalizzazione, ma parliamo di servizi essenziali. Chiuderli equivale ad una condanna a morte per questi territori. Nei nostri paesi ancora si continuano a fare centinaia di chilometri per una chemioterapia o una radioterapia e qualcuno che non può permettersi gli spostamenti rischia addirittura di non farle, si continua a non avere un centro per la cura dell’ipertensione in un territorio con un’altissima incidenza della stessa patologia. Chiudere anche i Punti Nascita significa superare ogni limite“.
L’appello del Presidente del Parco va, dunque, al Presidente De Luca e ai parlamentari di maggioranza eletti nel comprensorio per “superare qualsiasi ideologia e di lavorare insieme per evitare questa ennesima mortificazione del nostro territorio, che in questo caso rappresenterebbe la cancellazione dell’identità delle attuali e future generazioni“.
– Chiara Di Miele –
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