Condanna a tre anni di reclusione, oltre ad oneri aggiuntivi per circa 4.000 euro e risarcimento dei danni da valutarsi in sede civile. E’ questa la sentenza dell’ 8 ottobre scorso emessa dal Tribunale di Vallo della Lucania nei confronti del 57enne R. S. per il furto di acqua potabile commesso a danno di Consac gestioni idriche spa.
La diffusione di questo fenomeno è ancora consistente per la leggerezza con la quale si attuano modifiche e danneggiamenti degli impianti idrici con lo scopo di prelevare risorsa abusivamente. Si tratta invece di comportamenti di notevole rilevanza penale che integrano il reato di furto aggravato obbligatoriamente perseguibile dall’Autorità Giudiziaria.
Consac gestioni idriche spa, attraverso le proprie squadre specializzate di ricerca degli abusi, ha individuato e segnalato all’Autorità Giudiziaria oltre 500 casi di prelievi illeciti che, per la quasi totalità, hanno dato luogo a processi penali e risarcimenti.
“Non siamo ancora soddisfatti del lavoro svolto per cui raddoppieremo gli sforzi per portare alla luce questi reati particolarmente odiosi che vanno a discapito degli utenti onesti e dell’intera comunità“, sostiene il Presidente di Consac Gennaro Maione.
Le attività di controllo vengono effettuate da Consac in maniera puntuale in quanto si basano su diversi parametri di utilizzo degli immobili che, raffrontati ai consumi idrici, consentono di individuare più facilmente i furti di risorsa idrica.
“E’ una battaglia di civiltà – conclude il Presidente Maione – che ci vedrà impegnati senza sosta e in nome della quale ringraziamo le Forze dell’Ordine e la Magistratura per il prezioso supporto, che rende possibile individuare e reprimere le azioni criminose a danno dell’ambiente e dei cittadini. Se dovesse servire Consac si vedrà costretta a rendere pubblici i nomi delle persone tratte a giudizio o condannate“.
– Paola Federico –