Il responsabile della sede Codacons Vallo di Diano, Roberto De Luca, pone l’accento sui rilievi effettuati quattro anni fa con un geo-radar nel comprensorio valdianese e sui dati relativi al MIAPI, il “Monitoraggio ed Individuazione delle Aree Potenzialmente Inquinate“, che ad oggi non sono stati resi noti.
“Nel 2014 un elicottero con una sonda munita di telecamera, di magnetometro (per individuare i metalli nel sottosuolo) e di rilevatore di raggi gamma (per individuare eventuali fonti radiattive) ha fatto visita anche ai cieli del Vallo di Diano – spiega De Luca – La campagna di raccolta dati è stata denominata sinteticamente MIAPI (Monitoraggio ed Individuazione della Aree Potenzialmente Inquinate). A distanza di quattro anni dai rilievi effettuati apprendevamo, da un’intervista a un’emittente locale rilasciata dall’attivista del M5S Giuseppe Di Giuseppe, a cui va la nostra riconoscenza per aver posto l’attenzione sulla questione, che questi dati non erano stati ancora resi noti“.
Per venire a conoscenza dei risultati del monitoraggio il 23 settembre scorso il Codacons Vallo di Diano ha fatto richiesta di queste informazioni al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il 23 ottobre la Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero ha risposto che “non detiene i risultati dei rilievi effettuati nell’ambito del Progetto MIAPI, pur avendo gestito il Progetto PON attraverso i propri funzionari, seguito la conduzione amministrativa dell’appalto e, attraverso un proprio consulente tecnico, svolto la direzione della esecuzione dell’appalto. I dati in questione sono transitati attraverso il CED del Geoportale Nazionale solo per consentire al Direttore Esecutivo del Contratto di verificare che le attività fossero rese in coerenza con il disciplinare di gara e trasferire i dati al Comando Carabinieri Tutela Ambiente ed alle ARPA Regionali, che, pertanto, sono gli effettivi destinatari/detentori degli stessi. Per quanto sopra, qualsiasi istanza di accesso ai dati in parola deve essere rivolta a tali Istituzioni, alle quali spetta qualsiasi decisione in ordine alla diffusione dei medesimi”.
Il Codacons, così, ha inoltrato richiesta di accesso agli atti alle Istituzioni indicate nella lettera quali detentrici dei dati.
– Chiara Di Miele –