Sulla cannabis light il parere del Consiglio Superiore di Sanità è stato netto: nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione è necessario attivare le misure necessarie atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti. Un parere, quello degli esperti, che si basa principalmente sull’assunto che non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa.
Un chiarimento necessario è quello relativo alla profonda differenza tra cannabis terapeutica e cannabis light. La cannabis è una pianta dalle cui infiorescenze essiccate è possibile ottenere la marijuana, un complesso di molecole che agiscono principalmente a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Le più note sono THC e CBD, ovvero delta-9-tetraidrocannabinolo e cannabidiolo. Il THC è responsabile dell’effetto farmacologico, il CBD ne tampona l’azione psicotropa.
Per cannabis light si intendono tutti quei preparati in cui le concentrazioni di THC, ovvero la sostanza responsabile dell’effetto psicotropo, sono comprese tra lo 0,2% e lo 0,6%. Viene definita light proprio in virtù della bassa concentrazione di THC se comparata a quella presente nella cannabis acquistata illegalmente o alla cannabis venduta in farmacia e destinata ad uso medico. Per rendere l’idea il prodotto più utilizzato a scopo terapeutico, il Bedrocan, ha una percentuale in THC pari al 22%.
Secondo il Consiglio però la biodisponibilità di THC anche a basse concentrazioni non è trascurabile.
La cannabis terapeutica, a differenza della cannabis light, differisce principalmente per la quantità di THC e CBD presente. Questa differenza fa sì che quella terapeutica possa essere considerata un farmaco a tutti gli effetti utile per il controllo di nausea, vomito, mancanza di appetito principalmente nei pazienti sottoposti a chemioterapia e al controllo di alcune forme di dolore cronico come quello neuropatico. Non solo, altra indicazione è quella nel trattamento dei dolori da spasticità muscolare e nei casi di fibromialgia. Tale effetto può essere raggiunto solo attraverso l’assunzione di cannabis con concentrazioni di THC e CBD ben precise.
Bibliografia: www.lastampa.it – www.fondazioneveronesi.it – www.ilfattoquotidiano.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria