Il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha reso omaggio a Carmine Tripodi, il brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, originario di Torre Orsaia, ucciso dalla ‘Ndrangheta il 6 febbraio 1985.
“Benedici questa lapide a lui e a tutti i militari caduti” sono le parole che hanno tagliato il silenzio commosso dei tanti presenti alla cerimonia che si è svolta il giorno di Ferragosto a San Luca, comune in provincia di Reggio Calabria, con la quale è stata ricordata la memoria del brigadiere cilentano, medaglia d’oro al valor militare.
Salvini era presente insieme al Prefetto Michele Di Bari, il Vescovo della diocesi Locri-Gerace mons. Francesco Oliva, al Comandante Generale dell’Arma Giovanni Mistri e alle altre autorità civili e militari.
Tripodi, al quale di recente è stata intitolata la caserma dei carabinieri di Torre Orsaia, nel 1982 divenne, appena 24enne, comandante della Stazione carabinieri di San Luca. In Aspromonte sono anni di sequestri, riscatti e morti. Iniziò ad occuparsi di quelle storie e ad indagare su alcuni nomi e famiglie, una su tutte. Grazie al suo lavoro furono arrestati diversi esponenti delle famiglie mafiose coinvolte nei sequestri ma la sua attività non piacque alla ‘Ndrangheta.
La sera del 6 febbraio 1985, a un mese dal suo matrimonio, Carmine Tripodi venne raggiunto da un commando mentre si trovava nella sua auto e ucciso con colpi di fucile e pistola. Nonostante fosse stato ferito riuscì a reagire estraendo la pistola d’ordinanza e sparando uno dei sicari ma non gli lasciarono scampo.
– Marianna Vallone –