Giuseppe Di Giuseppe, attivista e organizzatore del Meetup “Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina“, scrive al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e, per conoscenza, al Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Tommaso Pellegrino, per proporre la modifica degli articoli 2 e 3 del DPR che istituisce il Parco Nazionale e l’articolo 11 della legge quadro sulle aree protette per scongiurare ulteriormente il rischio di trivellazioni nel Vallo di Diano.
Un problema, evidenzia Di Giuseppe, “che si era posto già nel 1997 quando la compagnia petrolifera Texaco voleva aprire un pozzo a ridosso di una montagna facente parte dei monti della Maddalena, ma l’opposizione delle amministrazioni locali e dei cittadini ne scongiurò il pericolo. Successivamente il governo presieduto da Mario Monti col Decreto Legge n. 5 del 9 febbraio 2012, recante ‘Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo’, ha reso molto più agevole l’iter procedurale nel settore delle ricerche petrolifere tant’è che la Shell ne approfitta presentando in Regione Campania e ai comuni interessati una richiesta per compiere esplorazioni nel sottosuolo. Il 22 dicembre 2016 la società Shell E&P S.p.A. comunica a mezzo stampa di aver inviato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, istanza per l’avvio della procedura di Impatto Ambientale del progetto di ricerca relativo all’area Monte Cavallo. In questo contesto il Meetup Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina non ha mancato di far sentire il proprio appoggio alla tutela del territorio, essendo tra i promotori già nel 2014 di una petizione popolare, nella quale tra i primi firmatari risultano l’attuale Sottosegretario allo Sviluppo Economico Sen. Andrea Cioffi, il Sottosegretario alla Difesa On. Angelo Tofalo e il Sen. Franco Ortolani, inviata all’allora Governatore della Campania On. Stefano Caldoro, in cui si chiedeva di sollevare ricorso per incostituzionalità del decreto Sblocca Italia. Una seconda petizione popolare trasmessa al Presidente del Consiglio Regionale della Regione Campania Rosa D’Amelio, al Dirigente della D.G. per l’Ambiente e l’Ecosistema, Michele Palmieri e al Presidente e ai consiglieri della Settima Commissione Permanente ‘Ambiente, Energia, Protezione Civile’ Gennaro Oliviero, affinché il Consiglio Regionale della Campania esprimesse parere negativo all’istanza presentata da Shell Italia“.
Nel marzo 2017 la Regione ha inserito una norma nella legge regionale sulle “Misure per l’efficientamento dell’azione amministrativa e l’attuazione degli obiettivi fissati dal DEFR 2017 – Collegato alla stabilità regionale per il 2017”, precisamente il comma 30 che all’articolo 1 recita: “La Regione Campania, al fine di conservare e tutelare le acque superficiali e sotterranee esistenti sul territorio regionale destinate al consumo umano, vieta, dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, la prospezione, la ricerca, l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi nonché la realizzazione delle relative infrastrutture tecnologiche nelle aree di affioramento di rocce carbonatiche, così come perimetrate ed evidenziate nella cartografia idrogeologica del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale”, ma nel giugno 2017, su proposta del ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare la norma in quanto sembrano violati i principi costituzionali della potestà legislativa concorrente tra Stato e Regione. La Regione Campania si è costituita in giudizio contro il Consiglio dei Ministri.
“Una questione, – scrive Di Giuseppe al ministro Costa – quella della salvaguardia dei territori dal pericolo delle trivellazioni, che si poteva superare se la Regione Campania avesse proceduto all’approvazione del Piano di Tutela delle Acque entro il termine ultimo del 31.12.2016, inserendo un’apposita norma. Infatti, detto strumento è indispensabile per individuare i corpi idrici sotterranei e le loro aree di ricarica di cui il territorio del Vallo di Diano è abbondantemente ricco”. In attesa che in Regione venga approvato ed adottato il Piano di Tutela delle Acque 2018 Di Giuseppe si chiede al ministro dell’Ambiente di farsi promotore della modifica dei decreti con i quali si istituisce l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni relativamente all’art.2 “Tutela e promozione” inserendo il punto “la conservazione e la tutela delle acque superficiali e sotterranee esistenti sul territorio destinate al consumo umano nelle aree ove sono presenti idrostrutture appartenenti ai Sistemi Carbonatici (Tipo A) così come perimetrate ed evidenziate nella cartografia idrogeologica del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale”, e all’art.3 “Divieti generali” inserendo il punto “la prospezione, la ricerca, l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi nonché la realizzazione delle relative infrastrutture tecnologiche nelle aree ove sono presenti idrostrutture appartenenti ai Sistemi Carbonatici (Tipo A), così come perimetrate ed evidenziate nella cartografia idrogeologica del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale”.
Di Giuseppe chiede a Costa, inoltre, di “sollecitare l’Ente Parco al fine di provvedere alla modifica del Piano del Parco, relativamente all’art.9 ‘Difesa del suolo e gestione delle acque’ affinché venga vietata ogni tipo di attività di prospezione, ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi nonché la realizzazione delle relative infrastrutture tecnologiche nelle aree ove sono presenti idrostrutture appartenenti ai Sistemi Carbonatici (Tipo A), così come perimetrate ed evidenziate nella cartografia idrogeologica del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, modificare l’art.11 comma 3 della Legge quadro sulle aree protette, inserendo il seguente punto 0la prospezione, la ricerca, l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi nonché la realizzazione delle relative infrastrutture tecnologiche nelle aree ove sono presenti idrostrutture appartenenti ai Sistemi Carbonatici (Tipo A)”.
– Chiara Di Miele –