L’Onorevole Marzia Ferraioli (Forza Italia) ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha come oggetto Roscigno e le difficoltà affrontate dal suo territorio, definito come un “paese che cammina” a cause della natura carsica del suolo che ingenera frane e rende precarie e non sicure le strade.
Smottamenti che hanno obbligato le Amministrazioni comunali a trasferire in luoghi più sicuri e in nuove abitazioni una popolazione oggi dimensionata al di sotto degli 800 abitanti, di cui il 70% ultrasettantenni.
“L’esodo dei giovani verso le città – spiega l’on. Ferraioli – ha ingenerato, a sua volta, un ulteriore abbandono: quello dei terreni coltivabili. I giovani scappano dalla loro terra e il Borgo antico (la “ Roscigno vecchia” inserita, nel 1998, nella lista dei siti del patrimonio Unesco ) minaccia di scomparire del tutto, con buona pace delle politiche dell’UNESCO. Un’altra Pompei, si è detto”. Tra le altre problematiche toccate quella dei terreni abbandonati e il fatto che l’Amministrazione comunale di Roscigno, guidata da Pino Palmieri, dispone, oggi, di pochissimi addetti alla cura del territorio. La sistemazione degli alvei è affidata a 6 operai forestali, che lavorano a tempo determinato, e ad altri due, assunti a tempo indeterminato, ma prossimi ad essere collocati in pensione a fine settembre”
“Avanza con l’arrivo dell’estate, anche il pericolo di incendi – continua la Ferraioli nella sua interrogazione – prevedibili, a Roscigno, più che altrove per carenza di pulizia e di manutenzione di fondi agricoli che gli anziani non è, di certo, in grado di curare. Di qui, una contestata delibera di Giunta inviata alla Comunità montana, per ottenere una più attenta ed equa distribuzione delle risorse umane e finanziarie. L’istanza della Amministrazione comunale è stata respinta al mittente (con lettera del Presidente della Comunità montana) sostenendo accuse infondate che danno il segno di un evidente stato di isolamento politico- amministrativo, che non può colmarsi con la propaganda spicciola e provocazioni apodittiche”.
Per la Ferraioli “un sito dell’Unesco impone una diversa attenzione. E, in zone protette, la diversa attenzione può determinarsi solo facendo chiarezza tra competenze plurime (Parco, Comunità Montana, Unione di Comuni, Unesco, Regione) che finiscono con l’azzerare qualunque forma di tutela”.
L’interrogazione mira a far conoscere quali iniziative il ministro Costa intende assumere al riguardo.
– Chiara Di Miele –