Da 2 anni gli abbracci e i baci dei suoi due bambini la seguono ovunque: la svegliano nel cuore della notte, risuonano nelle stanze di casa e in tutti i ricordi. Atika ormai lo sa che il peggio è passato, è solo questione di settimane e potrà riportare in Italia i suoi figli, di 7 e 9 anni.
Atika Abdelmouli è una giovane donna italiana di 32 anni, di origini marocchine. Dal 2016 non vede i suoi bambini, sono dai nonni paterni in Marocco benché sia lei ad averne l’affido esclusivo. Sottrazione e trattenimento all’estero di minori: di questo è accusato l’ex marito, che l’ha minacciata di morte qualora fosse andata a riprenderli. Ora, grazie alla Convenzione dell’Aia, potrà riportarli a casa, nel Cilento, dove vive e lavora come mediatrice culturale presso il Consorzio La Rada che a Torre Orsaia ha attivato un centro Sprar. Per lei si sono mobilitati i servizi sociali che stanno affannosamente cercando di recuperare il denaro occorrente per riportare i piccoli in Italia. Soldi che Atika non possiede perché ha dovuto affrontare onerose spese di avvocati e traduzioni legali.
Angelo Risoli, assistente sociale, si è adoperato chiedendo aiuto ad associazioni ed enti, persino alla Caritas, ma senza successo. Il Consorzio la Rada e l’associazione Carmine Speranza non si sono tirati indietro, ma serve ancora uno sforzo. Atika nella vita ha fatto la parrucchiera e la badante, sia a Milano che in Cilento. Il padre operaio e la mamma casalinga si sono trasferiti in Italia, dal Marocco, quando lei era piccolissima. A Milano, ventenne, ha conosciuto quello che ora è il suo ex marito, padre dei suoi due bambini. Una vita normale fino al 2016 quando ha scoperto la doppia vita di lui, operaio di giorno, spacciatore di notte.
Ad aprile dello stesso anno inizia il calvario: chiede la separazione e lui finisce in carcere, nel quale rimane per più di un anno, per poi essere espulso e rimpatriato a Casablanca. Ha vissuto nel terrore per mesi. Ad agosto come ogni anno ha deciso di mandare i bambini in vacanza in Marocco dai nonni paterni ai quali i piccoli sono molto affezionati.
“All’inizio ero in contatto con loro, lo zio mi inviava le foto – racconta Atika – poi sono iniziate le minacce e quindi le mie denunce”.
Ora quel passato, Atika vuole dimenticarlo e portare presto i bambini in Italia, ma per provvedere alle spese di viaggio ha bisogno del cuore di tutti.
Per aiutare Atika si può inviare qualsiasi somma sulla carta Postepay 5333 1710 1954 6551
Bonifico IBAN IT39C0760105138295613495617.
– Marianna Vallone –