Condannati in primo grado per un giro di droga nella Piana del Cilento.
Il Giudice per le Indagini Preliminari Pietro Indimmeo del Tribunale di Salerno, al termine dell’udienza di ieri, ha condannato Giancarlo Rossi, 32enne di Capaccio, in primo grado a 16 anni di reclusione. Al suo fianco, come riporta il quotidiano “La Città di Salerno”, il padre Umberto Rossi, condannato a 14 anni e 10 mesi.
Diciannove sono gli imputati della “cellula” di spaccio a Capaccio giudicati con il rito del giudizio abbreviato. Oltre ai Rossi che gestivano la ragnatela di spacciatori, sono stati condannati Salvatore Marescia (16 anni), Mario Grimaldi (12 anni), Mario Di Mieri (10 anni), Antonio Buonora (8 anni), Lucido Valentino Venturiello (8 anni), Francesco Rossi (7 anni e 8 mesi), Raffaele Russo (6 anni e 8 mesi), Carmine Marrazza (6 anni e 8mesi), Costantino Leo (6 anni e 8 mesi) di Vallo della Lucania, Roberto Maresca (6 anni), Silvia Seno (6 anni), Mario Menechini (6 anni), Gianluigi Strianese (5 anni e 8 mesi), Saleh Errechiech (4 anni e 4 mesi), Sylvia Helena Markowska (3 anni e 10 mesi), Daniel Markowska (3 anni e 10 mesi), Mirko Ruggieri (2 anni).
Al centro delle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Agropoli, guidati dal Capitano Francesco Manna, c’erano i Rossi, padre e figlio. Il primo, conosciuto come Umberto ‘O Napulitano, è stato il reggente di Raffaele Cutolo proprio a Capaccio Paestum.
Attraverso i collegamenti malavitosi con l’hinterland napoletano i Rossi controllavano il traffico di stupefacenti, rifornendo di cocaina, hashish e marijuana. Il gruppo gestiva lo spaccio nei centri di Agropoli, Vallo della Lucania e Capaccio attraverso una fitta rete di venditori, organizzava e programmava aggressioni con l’utilizzo di armi da fuoco, nei confronti di persone che spacciavano autonomamente in zona.
A far saltare la copertura sono state le rivelazioni di un pentito.
– Claudia Monaco –
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