Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il Decreto legge con le prime misure economiche del Governo Conte. Il “Decreto dignità“, più volte rimaneggiato prima di arrivare in Consiglio dei Ministri, comprende sia misure fiscali di alleggerimento degli adempimenti, che misure in materia di lavoro che modificano il Jobs act stringendo vincoli sull’utilizzo dei contratti a termine, sugli incentivi aziendali che vanno restituiti in caso di delocalizzazione produttiva e sui licenziamenti senza giusta causa per i quali l’indennizzo può arrivare fino a 36 mesi. Presente anche una misura di stop alla pubblicità del gioco d’azzardo e delle scommesse, facendo salve solo le lotterie nazionali (come la Lotteria Italia).
CONTRATTI A TERMINE
Il termine massimo di utilizzo dei contratti a termine passa da 36 a 24 mesi. Il numero delle proroghe possibili scende da 5 a 4. Con l’eccezione del primo, i contratti a tempo determinato devono riportare obbligatoriamente una causale che può rientrare tra tre opzioni: ragioni oggettive o sostitutive; per incrementi imprevisti dell’attività o per picchi stagionali. La contribuzione dovuta aumenta di uno 0,5% ad ogni rinnovo.
Ai contratti di lavoro in somministrazione si applicano le stesse regole sia in termini di durata che di percentuale di assunti a termine sul totale che di incremento contributivo. E’ sparita invece rispetto alla bozza iniziale l’abolizione dello staff leasing (somministrazione a tempo indeterminato). Il termine per l’impugnazione del contratto da parte del dipendente sale da 12 a 270 giorni.
Le nuove disposizioni saranno applicabili ai nuovi contratti e ai rinnovi a partire dalla data di entrata in vigore del decreto.
LICENZIAMENTI
Il licenziamento senza giusta causa per i contratti a tutele crescenti del Jobs act richiederà un indennizzo al lavoratore che arriva a 36 mensilità nelle aziende sopra i 50 dipendenti. L’indennizzo minimo dovrebbe salire da 4 a 6 mensilità.
DELOCALIZZAZIONE E INCENTIVI 4.0
Le aziende che ricevono qualsiasi tipo di aiuto di Stato devono restituirlo se delocalizzano, sia in Europa che fuori, entro 5 anni dal momento della fruizione dell’incentivo con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali e sanzioni da 2 a 4 volte l’importo ricevuto.
Revoca anche per le imprese che, senza delocalizzare l’impianto, riducono l’occupazione nelle unità interessate dal contributo. Non è specificata la soglia minima di licenziamenti nè il momento dell’entrata in vigore.
Iperammortamento e superammortamento revocati anche per la cessione dei macchinari acquistati con le agevolazioni di Industria 4.0. Gli acquisti di attività immateriali (come i brevetti) infragruppo non rientrano più nel credito di imposta, già da quest’anno.