Lavoro nero e sottopagato, lavoro nei giorni festivi in attività non essenziali, aumento degli infortuni sul lavoro. Questi fenomeni, diversi tra loro, come dichiara il Presidente provinciale delle Acli Gianluca Mastrovito, sono tutti indicativi della perdita di valore del lavoro, sempre più spesso subordinato all’esigenza di ridurre i costi per aumentare i profitti, investendo più nella distribuzione e promozione dei prodotti, che nel lavoro e nella qualità della produzione.
“Ed i giovani – afferma Mastrovito – in questo scenario tutt’altro che edificante, continuano ad essere i più penalizzati ed esposti a fragilità. Bassi compensi, mancanza di tutele, nessuna garanzia di sicurezza, assenza di regole, difficoltà di rappresentanza, sono la nuova frontiera della precarietà. È dunque necessario, implementare meccanismi che possano garantire, anche a fronte di prestazioni occasionali e di una carriera lavorativa disarticolata, la possibilità di beneficiare di un trattamento pensionistico complementare“.
Secondo il Presidente delle Acli “il dibattito politico quasi quotidianamente si dedica ad analisi quantitative dell’occupazione, molto meno della qualità del lavoro e delle sue condizioni di legalità, sicurezza, dignità. Occorre una maggiore cultura della legalità e di senso di responsabilità verso la comunità, verso gli altri“.
“Nelle molteplici identità che compongono il cittadino contemporaneo, – continua – si riscontra una grande capacità di separare queste identità assumendo comportamenti che di volta in volta portano al maggior vantaggio personale con il minimo sforzo, in una prospettiva prettamente individualista. Senza preoccuparsi delle conseguenze negative che alcune scelte individuali hanno sulla comunità e sui singoli. Così il cittadino, quando è nei panni del lavoratore, lamenta l’insoddisfazione per la propria retribuzione, la mancanza di adeguati riconoscimenti del proprio lavoro da parte dei datori, la propensione dell’azienda a ridurre la qualità negli acquisiti di materiali e attrezzature in nome del risparmio, un’attenzione insufficiente al legame dell’azienda con il territorio. Quando poi veste i panni del consumatore, lo stesso cittadino/lavoratore spesso sceglie i prodotti che acquista quasi esclusivamente in base al criterio del risparmio“.
Secondo Mastrovito sarà necessario attuare comportamenti che si basano sulla solidarietà tra lavoratori (quello che consuma e quello che produce un bene) e che portano vantaggi reciproci e comunitari, al prezzo di qualche costo superiore sostenuto individualmente. “Occorrerà, allora, contrastare l’illegalità anche nelle piccole scelte quotidiane, – conclude – come quelle di chiedere la ricevuta fiscale e premiando le aziende e gli esercizi commerciali che rispettano i contratti ed assumono regolarmente i lavoratori, piuttosto che ridurre al minimo gli acquisti on-line ed evitando di acquistare o anche solo di frequentare le cattedrali del consumo nei giorni festivi. Piccole scelte personali che, se diffuse, possono davvero contrastare la svalutazione del lavoro e lo sfruttamento del lavoratore, in nome della solidarietà tra lavoratori“.
– Chiara Di Miele –