“Secondo il noto scrittore Primo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli, e la Regione Campania ha voluto rispettare la storia ed anch’essa si è fermata a Eboli, ma con una deviazione ad Agropoli“. A dichiararlo è il consigliere di Sala Consilina Giuseppe Colucci, del gruppo consiliare “Progetto Sala” che ha richiesto di convocazione del Consiglio Comunale e del Consiglio Generale della Comunità Montana, per chiedere la revisione della ZES.
Il Vallo di Diano, il Golfo di Policastro, il Cilento, gli Alburni, e tutta l’area a sud di Eboli non rientrano nel Piano di Sviluppo Strategico della Zona Economica Speciale (ZES) della Campania.
“L’inclusione del nostro territorio nella ZES è di vitale importanza per le aziende che vi operano e per tutta la comunità – scrive Colucci – le ZES sono vere e proprie aree geografiche circoscritte, nell’ambito delle quali, da un lato si applica una legislazione economica differente rispetto a quella applicata nel resto del Paese e, dall’altro si offrono incentivi a beneficio delle aziende attraverso strumenti di agevolazioni fiscali e finanziarie e semplificazioni amministrative, volti a creare condizioni più favorevoli per gli investimenti e lo sviluppo territoriale. Saranno concentrate nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate e potranno essere attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate, previo adeguato progetto di sviluppo e sentiti i sindaci delle aree interessate”.
Colucci sottolinea poi le possibili agevolazioni: “In relazione agli investimenti effettuati è riconosciuto un credito d’imposta proporzionale al valore dei beni strumentali acquisiti entro il 31 dicembre 2020, fino alla concorrenza massima di 50 milioni di euro per progetto di investimentoAttualmente, la legislazione italiana non prevede la possibilità di ridurre l’IRES, ma per favorire la nascita di nuove imprese nella ZES, è necessario un provvedimento legislativo ad hoc. I vantaggi per le imprese consistono nella velocizzazione delle procedure e nelle agevolazioni doganali, ad esempio, i dazi e l’IVA, oltre alla possibilità di designare delle zone franche e da parte dello Stato membro”.
“Gli imprenditori non residenti – conclude – qui avranno interesse ad investire nei territori agevolati limitrofi al nostro, causando così un ulteriore squilibrio concorrenziale a danno delle nostre aziende. E’ necessario intervenire urgentemente con la convocazione dei Consigli Comunali, con i quali deliberare la richiesta alla Regione Campania dell’inclusione nella ZES ed, in caso di esito negativo, pretenderne la motivazione, in modo da poter opporre tale decisione presso gli Organi Giurisdizionali Amministrativi. Tale azione deve essere supportata dalle imprese del territorio, dalla BCC operanti sul territorio, dalle Associazioni datoriali, dalle organizzazioni sindacali, dagli ordini professionali e da tutti i portatori di interesse, perché l’attuale esclusione dalla Z.E.S. provoca un danno incalcolabile ed irreparabile per il futuro dell’economia del nostro territorio anche per le prossime generazioni”.
– Claudia Monaco –