Ci sarebbero 7 nomi, tra sacerdoti e seminaristi, appartenenti alla Diocesi di Teggiano-Policastro nello scabroso dossier depositato da qualche giorno alla Curia arcivescovile di Napoli da parte di Francesco Mangiacapra, un giovane avvocato napoletano che, ad un certo punto della sua vita e a causa della precarietà del lavoro, ha deciso di fare l’escort negli ambienti che contano perchè, come lui stesso sostiene, “è meglio vendere il corpo, piuttosto che svendere il cervello“. Attualmente l’ex avvocato è impegnato nella presentazione del suo libro, “Il Numero Uno. Confessioni di un marchettaro“, in cui ripercorre la sua storia e la scelta di diventare gigolò.
Noto per aver denunciato il caso di “don Euro” (il prete di Massa Carrara accusato di utilizzare i soldi dei fedeli per mantenere un particolare stile di vita tra hotel di lusso, droga ed escort e di promettere posti di lavoro in cambio di rapporti sessuali), Mangiacapra ha consegnato un elenco di 60 nominativi tra preti e seminaristi appartenenti ad una serie di Diocesi del Centro e del Sud Italia che, secondo l’ex avvocato, condurrebbero una vita dissoluta. Il tutto sarebbe documentato meticolosamente in 1300 pagine corredate di screenshot di chat su Whatsapp, Messenger, Telegram e immagini di Grindr, un social utilizzato per incontri gay. Dalle conversazioni raccolte da Mangiacapra emergerebbero una serie di dissolutezze che, in alcuni casi, vanno ben oltre le chat a sfondo erotico, lo scambio di foto osè o la condivisione in video attraverso la webcam. Emergono infatti casi di sesso a pagamento, di incontri di gruppo o di frequentazioni di locali per omosessuali.
Per Mangiacapra il dossier consegnato alla Curia napoletana è “un catalogo di mele marce” che non ha lo scopo di gettare fango sulla Chiesa “ma di contribuire a estirparne il marcio che contaminerebbe tutto quanto c’è di integro” e di “portare alla luce realtà non consentanee agli obblighi di chi il moralismo lo fa quotidianamente dai pergami alle aule di catechismo“.
“Nel corso di questa settimana, – fanno sapere dalla Curia – è stato consegnato alla Cancelleria della Curia Arcivescovile di Napoli un dossier, su Cd di denuncia di casi di omosessualità nei quali sarebbero coinvolti sacerdoti, religiosi e seminaristi di alcune Diocesi italiane. Detto materiale verrà opportunamente esaminato per essere trasmesso alle Diocesi interessate per le eventuali necessarie valutazioni“. Sulla questione si è pronunciato anche S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, che ha dichiarato a Ondanews: “Sono in attesa del dossier da parte del Cardinale. Dopo averlo esaminato, interverrò per gli opportuni provvedimenti“.
Sarebbero almeno due, tra i 7 segnalati, i casi di appartenenti alla Diocesi di Teggiano-Policastro documentati attraverso screenshot di chat dal chiaro sfondo erotico e corredati di foto piccanti. Inoltre si farebbe riferimento anche a frequentazioni e incontri gay, talvolta di gruppo. Alcune delle informazioni contenute nel dossier tra le mani della Curia napoletana proverrebbero da fonti interne alla Chiesa. Oltre ai 7 nomi legati alla Diocesi valdianese, nell’elenco stilato da Mangiacapra ci sarebbero anche 4 sacerdoti appartenenti alla Diocesi di Tursi-Lagonegro e 2 a quella di Salerno. “Persone vicine e interne agli ambienti ecclesiastici – fa sapere Mangiacapra ad Ondanews – mi riferiscono che in questi momenti la preoccupazione di molti preti del Salernitano è di sapere se rientrano nei magnifici 60 inclusi nel mio dossier. Questi ecclesiastici farebbero evidentemente meglio a preoccuparsi dell’incompatibilità della propria vocazione con le proprie azioni: è questa la causa dello scandalo. Il mio dossier è solo il fisiologico effetto“.
– Chiara Di Miele –