È oggetto di atti vandalici il borgo di Romagnano al Monte, un suggestivo centro storico abbandonato con case in pietra parzialmente crollate e pericolanti e quattro edifici in parte costruiti e in parte ristrutturati con le più moderne tecnologie antisismiche, collaudati e mai entrati in funzione.
La città di Romagnano conosciuta come “The ghost town” (La città fantasma) poiché abbandonata il giorno del sisma del 23 novembre 1980 che la rese inagibile, oggi è un cantiere a cielo aperto di lavori in corso che procedono a passo di lumaca, bloccati dai contenziosi tra la Soprintendenza dei Beni archeologici e il Comune, quest’ultimo proprietario del borgo antico e beneficiario di diversi milioni di euro di finanziamento per la ricostruzione e la conservazione del patrimonio storico.
Sono quattro gli edifici nuovi destinati a diventare uffici pubblici e collocati in piazza Veneto, opere pubbliche completate ma che attendono ancora di entrare in funzione. È il caso dell’infopoint, una struttura antisismica che è stata realizzata con un finanziamento europeo di 500mila euro. Un’opera pubblica importante, insomma, che sarebbe stata collaudata nel 2008 ma che non è mai entrata in funzione.
Difronte all’infopoint, ci sono altre due strutture non ancora funzionanti: la casa museo della vita contadina costata 238mila euro e la centrale biomasse per l’efficientamento energetico del borgo antico. Quest’ultima finanziata con un fondo di 1 milione di euro messo a disposizione dal Ministero dell’Ambiente.
Poco più avanti, in Piazza Castello, si trova una piazza ristrutturata con 3 milioni e 700mila euro ed un centro di studi e ricerche realizzato con 1 milione e mezzo di euro. I lavori di 1 milione di euro all’ex Casa Comunale, invece, sembra che siano stati bloccati a causa di un contenzioso.
“Vogliamo trasformare il borgo antico in una meta turistica, realizzando un percorso storico e archeologico – spiega il sindaco di Romagnano, Giuliana Colucci – All’interno degli edifici che si affacciano su Piazza Castello verrà realizzato anche un ristorante-albergo diffuso gestito sia dai privati che dal pubblico. Ci auguriamo che i lavori si completino quanto prima affinché il borgo possa essere fruito e ammirato dai nostri turisti”.
Obiettivi intraprendenti quelli sui quali punta il Comune, costati allo Stato e all’Unione Europea diversi milioni di euro, ma che per almeno per il momento, sembrerebbero essere destinati a restare su carta poiché non si sa quanto tempo ci vorrà prima che il borgo diventi agibile.
– Mariateresa Conte –