Il cancro del colon-retto (CCR) è una neoplasia molto più diffusa di quanto si pensi. In Italia si contano 20.457 nuovi casi ogni anno per gli uomini e 17.276 per le donne. La mortalità globale è pari a circa 200mila l’anno. L’incidenza cresce con l’età e diventa più frequente dopo i 50 anni. Se il numero dei tumori è aumentato, la mortalità è diminuita grazie soprattutto ad una migliore informazione, alla diagnosi precoce e ai continui progressi della terapia.
Purtroppo c’è ancora poca consapevolezza sul rischio di questa malattia e d’altra parte i sintomi del tumore del colon, come dolori addominali, alterazione dell’evacuazione e sanguinamento, sono spesso molto sfumati per cui circa il 25% dei pazienti si presenta alla prima diagnosi con una neoplasia già in fase metastatica. Ecco, dunque, l’importanza di una corretta informazione per prevenire questo tipo di malattia che si avvale sia di una prevenzione primaria, con una dieta corretta, variata, di tipo mediterranea, vita non sedentaria, niente fumo e riduzione dell’alcol, sia di una prevenzione secondaria, come la ricerca del sangue occulto nelle feci ed una colonscopia effettuata ogni dieci anni a partire dopo i 50 anni di età.
Questi ultimi due esami sono in grado di individuare tempestivamente i due terzi dei tumori. La colonscopia, in particolare, è in grado di ridurre la mortalità dovuta a questo tumore del 30-60% in quanto permette di riconoscere la malattia nelle sue fasi iniziali.
In letteratura la prevenzione primaria viene sempre messa in primo piano quando si affronta il tema sul cancro colo-rettale e valutazioni di tipo osservazionale hanno mostrato una diminuzione di questo tipo di tumori in popolazioni che hanno ridotto l’assunzione di grassi animali e preferito una dieta ricca di fibre.
Nel nostro Paese, per i pazienti con carcinoma del colon-retto la sopravvivenza è più alta rispetto alla media europea. Importanti risultati sono stati raggiunti anche nei trattamenti per la fase avanzata, che si basano sull’integrazione di farmaci chemioterapici con le terapie biologiche e, in alcuni casi, con la chirurgia e la radioterapia.
Bibliografia: www.corriere.it – www.medicitalia.it – www.paginemediche.it