La mattina del 29 settembre la statua di San Michele lascia la residenza estiva sul monte, dove è stata portata l’8 maggio, e scende giù in paese. Alla processione, accompagnata dalla banda e dai zampognari, prendono parte i cinti, i ceri votivi ed i Confratelli. Numerosi sono i devoti che scendono con la statua e alcuni di loro si avviano sul monte dalla sera prima.
Quando la statua arriva a San Michelicchio viene rivestita dell’oro, donato per voto dai fedeli, poi la processione prosegue procedendo per la parte alta del paese. Di tanto in tanto lungo il cammino si ferma davanti le case di chi deve fare delle offerte o sosta sui tavoli preparati per l’occasione con tovaglie finemente ricamate, fino a raggiungere la zona di Sant’Eustachio.
A Sant’Eustachio la piazza è gremita di gente e si assiste ad uno dei momenti più emozionanti e suggestivi: il noto volo dell’Angelo. Il bambino vestito da angelo, lo stesso che la sera prima è stato portato in processione, viene fatto volare ad un’altezza di otto-dieci metri dal suolo e declama l’ode e in tre momenti offre dei doni alla statua del Santo. L’angelo vola grazie a delle corde, tirate a mano dagli uomini della procura del volo dell’Angelo, che si protendono da un balcone di una casa verso un’impalcatura posta di fronte, a ridosso del campanile della chiesa. L’angelo ricorda la dedizione dei salesi verso il proprio patrono e invoca protezione anche per quei salesi che sono lontani dalla terra d’origine.
Dopo il volo la statua giunge in mezzo alla piazza vicino l’uorto ri Sandu Micheli: si tratta di un’impalcatura a due piani appoggiata ad una casa e ricoperta di edera, grappoli d’uva e altri ortaggi. L’uorto prima non si faceva nel rione di Sant’Eustachio ma in un altro quartiere, San Leo, poi nel 1974 Michele Di Benedetto insieme ad altri amici, Luigi Paladino, Michele Bruno e Michele D’Amelio, portarono l’uorto a Sant’Eustachio.
Affinchè San MIchele proteggesse contadini e agricoltura, in occasione della festa in suo onore tutti erano disposti a devolvere qualsiasi frutto e ortaggio del periodo, così da permettere di poter allestire lungo le strade, attraversate dalla processione, dei “giardini” che erano di buon augurio e che il passaggio del santo benediva.
Toccava all’anziano del rione custodire le funi usate per il volo, mentre un altro signore aveva il compito di conservare il vestito del bambino-angelo, vestirlo e prepararlo. Oggi hanno cura della barca, del vestito e delle funi gli organizzatori del Volo dell’angelo. Nel 1975 il signore che si occupava della vestizione e di preparare l’angelo lasciò tutti i compiti a Michele Di Benedetto, che insieme al figlio e gli altri organizzatori, con dedizione, impegno e soprattutto amore ha portato avanti questa suggestiva tradizione.
Poi la processione prosegue fino alla piazza principale, Piazza Umberto I, dove si celebra la messa all’aperto e dopo la statua entra in chiesa.
Tante sono le iniziative che vengono fatte per far conoscere quella che è la tradizione del culto micaelico a Sala Consilina e come i giorni di festa sono vissuti con tanta attesa e partecipazione da parte di tutta la comunità. In particolare l’Associazione E20 Positivi ogni anno organizza delle manifestazioni con lo scopo di raccogliere fondi per donare al santo e alla comunità un monumento. Tra le varie iniziative è stato preparato il dvd “San Michele Amatoriale” che racconta i momenti salienti dei due giorni di festa del 28 e del 29, distribuito poi gratuitamente alla popolazione, è stato organizzato un convegno e si pensa alla progettazione di una galleria a tema all’aperto, nei luoghi dove passa la processione con il santo e quella laica della Barca, dove verranno esposti i quadri degli artisti del Vallo di Diano e non solo.
– Annamaria Lotierzo –
Il culto di San Michele a Sala Consilina. Storia di un profondo legame tra i fedeli ed il Patrono
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