La sera del 28 settembre si svolge la processione della Barca, una manifestazione allegorica che trova fondamento nella tradizione orale del popolo salese. Questa processione, accompagnata dalle fiaccole, partendo dal rione di Sant’Eustachio attraversa la maggior parte delle vie del centro storico, compiendo un giro inverso rispetto a quello che fa il Santo il giorno dopo.
La barca è di colore azzurro e bianco con un piccolo albero su cui è legato un bambino travestito da angelo. Solitamente questo bambino ha tra gli 8 e i 10 anni e cambia ogni anno, è vestito con una gonnellina azzurra con all’estremità un ricamo di colore oro, in testa porta un elmetto, ha una fascia traversa verde, sul braccio sinistro uno scudo in oro e regge nella mano destra una spada.
Della manifestazione si occupa la procura del volo dell’Angelo, che non è una vera e proprio procura ma un gruppo di persone quasi tutte appartenenti al quartiere di Sant’Eustachio. Il “presidente” è colui che prepara il bambino che deve imparare a memoria le strofe da recitare a San Michele, gli insegna i gesti da compiere, gli indica le pause e il tono di voce e porge gli oggetti.
Durante la processione la Barca si ferma vicino ogni icona del santo e il bambino-angelo recita le tre invocazioni con l’offerta dell’incenso, dei fiori e del cero. Tutto questo ha un significato allegorico: come nel regno di Dio è tutto luce, nel regno del demonio è tutto buio. Molto probabilmente la barca e l’angelo vogliono significare l’astuzia di Satana che pretenderebbe di aver ragione su San Michele, camuffandosi sotto le spoglie del bambino-angelo. Satana vuole mascherare la sua astuzia servendosi della barca e di indumenti che simboleggiano l’innocenza e la purezza. Il viaggio dell’angelo potrebbe anche essere il viaggio verso il regno dei morti, la Barca può essere intesa come mezzo di passaggio del fiume dei morti e l’angelo si carica dei mali della comunità.
Quando la processione giunge davanti la chiesa della SS. Annunziata, davanti la porta tenuta chiusa, la Barca viene fatta avanzare ed indietreggiare per tre volte con un movimento forte e deciso, determinando la figurazione di un moto d’onda. La porta chiusa rappresenta il passaggio tra due zone, tra l’ignoto e il noto, tra la luce e le tenebre. La porta invita ad oltrepassarla e solo dopo i movimenti rapidi c’è la vittoria del principe sugli angeli.
Dopo si ritorna a Sant’Eustachio e all’arrivo della processione vengono bruciati due fantocci, lu viecchio e la vecchia. Anche questo rito ha un significato conforme alla società contadina di un tempo, se i due fantocci si fermano con il volto rivolto verso la campagna sarà una buona annata per i raccolti altrimenti i raccolti andranno a male. Il tutto si conclude con il palio, il cosiddetto palo della cuccagna, conficcato nel tombino centrale ed ingrassato per rendere difficoltosa la salita. Un tempo veniva salito solo dalle persone appartenenti al quartiere di Sant’Eustachio, oggi partecipano tutte le persone di Sala Consilina ma anche di altri paesi limitrofi.
– Annamaria Lotierzo –
Il culto di San Michele a Sala Consilina. Storia di un profondo legame tra i fedeli ed il Patrono
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