Il culto di San Michele ha radici molto antiche, la prima manifestazione si ha in Oriente, dove i Bizantini costruivano santuari detti Michaelion. Dall’Oriente il culto passa in Occidente grazie ai monaci basiliani.
Un tempo i santuari erano costruiti in cima ai monti o in grotte vicino ai corsi d’acqua proprio perché l’Arcangelo era considerato terapeuta perché compiva miracoli per mezzo di acqua e olio. Con i Longobardi il Santo diventa un eroe bellico, guerriero e nazionalista. San Michele era considerato vincitore delle forze del male e pesatore delle anime nonché accompagnatore di esse in Paradiso.
La grotta dell’Angelo a Sala Consilina racchiude la memoria più antica dell’influsso orientale, maturato forse dal contatto con la vicina Padula, dove il culto era probabilmente nato fin dall’età di Costantino. La fortuna del Santo a Sala è dovuta proprio alla sua funzione di protettore delle forze incontrollabili del suolo, come terremoti e fulmini. La tradizione lo ha sempre posto in contrasto con il simbolo del male rappresentato dal serpente e per questo motivo le cavità sotterranee, rifugio dei rettili, sono dediti al Santo. L’influenza della tradizione longobarda la possiamo ritrovare nel carattere guerriero attribuito all’Arcangelo.
La prima apparizione a Sala Consilina è avvenuta nel 1213, nel luogo dove oggi c’è la Cappella della Madonna di Loreto, ai piedi del monte Balzata. A Sala c’era una peste terribile, così un pastore decise di trovare scampo con le sue pecore proprio in quel luogo, San Michele gli apparve e gli chiese cosa stesse facendo lì e cosa stesse succedendo in paese. Appreso il fatto dal pastorello, l’Arcangelo lo rassicurò di non temere e di edificare un tempio in suo onore sul monte, in questo modo sarebbero stati liberi non solo da questo ma da tutti i mali. Il pastore se ne dimenticò.
Il 4 luglio dello stesso anno il pastore si trovava a pascolare le sue pecore sulla cima del monte quando improvvisamente si scatenò una tempesta fatta di fulmini e lampi e dopo una nuova apparizione del Santo è stata disposta la costruzione di una cappella.
Il 17 maggio del 1715 dal volto della sacra immagine di San Michele, presente sul muro del santuario, cominciò ad uscire del liquore che inondò l’altare, la domenica seguente e per alcuni giorni dopo il dipinto cominciò di nuovo a trasudare. Il liquore è stato raccolto dentro delle ampolline di vetro conservate in una teca dietro l’altare. Secondo la tradizione si è rinverdito il patto con l’Arcangelo che in cambio della venerazione dei salesi si era accollato il peso dei loro peccati al cospetto con Dio, ecco perché l’antica immagine risulta spaccata in due dalla punizione divina.
Negli anni ‘30 del ‘700 San Michele sostituì San Biagio, disegnato più di un secolo prima protettore di Sala Consilina. Fu allora che la cappella fu ampliata e i salesi cominciarono a moltiplicare le ricorrenze commemorative.
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16/11/2017 – Il culto di San Michele a Sala Consilina. Storia di un profondo legame tra i fedeli ed il Patrono