E’ una figlia del Vallo di Diano, precisamente di Sala Consilina, Antonella Riccio, Professore ordinario di Neuroscienze e Responsabile del laboratorio di ricerca alla University College di Londra. Dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e la Specializzazione in Patologia Generale, il curriculum di Antonella Riccio si è arricchito con una serie di importanti esperienze al di là dei confini nazionali, prima a Baltimora, negli Stati Uniti, e poi in Inghilterra. Tanti negli anni i premi e le onorificenze ricevuti, i seminari tenuti e le svariate attività di ricerca oltre che le innumerevoli pubblicazioni scientifiche di imponente rilievo. Fino ad un’importante ricerca sullo sviluppo embrionale del sistema nervoso centrale portata avanti dal laboratorio che la docente universitaria valdianese coordina con tenacia ed impegno quotidiano a Londra.
- Quale è stato il percorso che l’ha condotta all’Università di Londra?
“Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e subito dopo la laurea mi sono trasferita negli Stati Uniti alla Johns Hopkins University School of Medicine nel dipartimento di Neuroscienze che è uno dei migliori al mondo dove ho completato la mia specializzazione ed ottenuto il dottorato in Neuroscienze. Nel 2005 mi sono trasferita a Londra alla University College London nel MRC Laboratory for Molecular Cell Biology. Dirigo un laboratorio di ricerca di circa 12 persone e sono finanziata principalmente dalla MRC e dalla Wellcome Trust (sono diventata Wellcome Trust Investigator nel 2014). Dal 2013 sono professore ordinario di Neuroscienze”.
- In cosa consiste nello specifico la branca di cui si occupa e quali i risultati della sua ricerca scientifica?
“Mi sono sempre occupata dei meccanismi che regolano lo sviluppo neuronale ed in particolare dei geni che sono coinvolti nella formazione del cervello di mammifero, incluso quello umano. Il mio laboratorio sta esplorando l’ipotesi che i difetti dello sviluppo embrionale nel sistema nervoso centrale siano importanti e determinino molte patologie del bambino e dell’adulto, incluso l’autismo e le malattie neurodegenerative (Alzheimer e Parkinson). La mia ricerca si basa sull’uso di tecnologie all’avanguardia ed abbiamo stabilito collaborazioni con molti laboratori negli Stati Uniti ed in Europa”.
- Crede che restando in Italia avrebbe potuto intraprendere la stessa tipologia di carriera?
“Certamente no. In Italia la ricerca scientifica e la carriera universitaria dipendono da molti fattori, ma l’eccellenza non è uno di questi”.
- Quale il consiglio che da valdianese può dare ai tanti giovani del territorio che studiano lontano da casa in attesa che si sveli il loro futuro?
“Di vivere l’esperienza all’estero o lontano da casa con entusiasmo, pensando più al futuro che a quello che si è lasciato in Italia. Ci sono tantissime occasioni per giovani capaci in tanti paesi nel mondo e forse in alcuni casi anche in Italia”.
– Chiara Di Miele –