
Umanista, filologo, archeologo, epigrafista, autore di una monumentale storia di Polla e di una miriade di studi sulla storia antica del Vallo di Diano e delle zone limitrofe, Vittorio Bracco fu soprattutto uno dei più grandi esperti di epigrafia latina esistenti in Italia, al punto che gli venne affidata la revisione delle iscrizioni latine delle Valli del Sele e del Tanagro, raccolte dal Mommsen più di un secolo prima.
I risultati di questa ricerca, che fruttò anche la scoperta di nuove iscrizioni, trovarono posto in un volume pubblicato dall’Istituto Poligrafico dello Stato nel 1974. Ha collaborato con i maggiori nomi dell’archeologia italiana del secondo Novecento, quali Ferdinando Castagnoli, Attilio Degrassi e Margherita Guarducci; e ha pubblicato suoi studi in riviste prestigiose, come, per citarne solo alcune, “Latinitas”, “Epigraphica” e “Athenaeum”. Per quanto riguarda il Vallo, Bracco, tra l’altro, ha pubblicato un fondamentale saggio che ha favorito la riscoperta del Battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte, situato nei pressi della Certosa di Padula.
Pur avendo i requisiti adatti per diventare docente universitario, egli, pollese, preferì non allontanarsi dal suo amato territorio vallivo, affiancando alla intensa attività di studioso di altissimo livello quella di docente, e poi anche Preside, del Liceo Classico “M. Tullio Cicerone” di Sala Consilina, dove favorì la formazione di generazioni di allievi, alcuni dei quali poi si sono affermati nel campo della ricerca storica.
Il suo stile di scrittura, colto e classicheggiante, oltre ad essere altamente espressivo e fascinoso, costituiva un chiaro esempio del persistere di una tradizione illustre, che aveva le sue radici nelle grandi opere della letteratura italiana.
Suo amico da sempre, io ho avuto l’onore ed il piacere di frequentare Bracco per decenni e di stringere con lui rapporti di studio e di collaborazione.
Egli fece parte della grande schiera di storici e saggisti (tra i quali c’ero anch’io) che collaborarono per la stesura della “Storia del Vallo di Diano” progettata e poi stampata dall’editore Pietro Laveglia, originario di Monte San Giacomo. In questa monumentale opera egli pubblicò un saggio su “I materiali epigrafici”. Per uno dei volumi di quest’opera, progettato per accogliere le monografie dei paesi del Vallo, Bracco scrisse il profilo storico di Petina ed io quello di Teggiano.
Che dire di più? Nella storia del nostro territorio, di studiosi come il compianto Vittorio Bracco ne sono nati pochi ogni secolo. Pertanto il suo nome e la sua nobile figura vanno indicati alle nuove generazioni, come fulgido esempio di studioso dedito alla valorizzazione dell’identità storica e culturale del bellissimo comprensorio chiuso tra i monti del Cilento e dell’Appennino campano.
– Arturo Didier –
FONTE: M. MELLO, Vittorio Bracco, un umanista, in “Rassegna Storica Salernitana”, n. 59, giugno 2013