Come da tradizione ieri pomeriggio 47 partecipanti sono saliti su Serra San Giacomo a Salvitelle per scendere a piedi nudi, tra fitti rovi, pietre e sterpaglie, fino alla Chiesa di San Sebastiano e baciare il simulacro di San Sebastiano.
Al termine della corsa tutti i partecipanti hanno immerso i piedi in una tinozza colma di vino locale per disinfettare le ferite provocate lungo la discesa e sono stati visitati dal dottor Stefano Tortoriello.
Il primo podista a varcare la soglia della Chiesa Madre è stato Francesco Brancato che ha compiuto la discesa dal monte in poco più di 4 minuti, seguito da Stefano Tortoriello e il terzo arrivato Luciano Manzella.
Quest’anno la discesa è stata particolarmente difficile perché, oltre alla fitta vegetazione, il terreno era fortemente arido a causa della mancanza delle piogge da molti mesi, infatti alcuni dei partecipanti hanno riportato ferite lievi ed escoriazioni ai piedi.
La tradizionale corsa affonda le sue radici nel lontano 1791 ai tempi della dominazione francese. All’epoca i fucilieri francesi si esercitavano sul Monte San Giacomo e i pastori del posto per beffarsi dei soldati francesi che, prima di salire sul monte per le esercitazioni si stringevano i lacci degli scarponi, decisero di sfidarli in una corsa. I pastori fecero il percorso a piedi nudi e vinsero la sfida. Con la restaurazione della Monarchia, alla tradizionale lotta greco-romana che ha origini antichissime, venne aggiunta la corsa ai festeggiamenti in onore di San Sebastiano Martire, Santo Patrono di Salvitelle.
Dopo la corsa 8 ragazzi, di cui 6 che avevano partecipato alla corsa, si sono sfidati nella lotta greco-romana.
– Rosanna Raimondo –