Le fonti bibliografiche ed archivistiche rendono conto, anche per il Vallo di Diano, della costante e determinante azione perseguita dalle grandi famiglie storiche locali, che peraltro esercitavano un ruolo direttivo nelle loro comunità. In ogni paese del Vallo sono esistite tali benefiche famiglie che hanno contribuito alla salvaguardia del patrimonio ambientale, culturale e religioso, agendo nel contesto delle amministrazioni locali.
Facendo qualche esempio, si può affermare che a Polla agivano, tra gli altri, i Pantoliano e gli Amenda, a Sala i Gatta ed i Bigotti, a Diano (oggi Teggiano) i De Honestis ed i Carrano. Un posto di assoluto rilievo tra le famiglie storiche del Vallo spetta indubbiamente ai Carrano di Teggiano, la cui azione benefica nei confronti dello sviluppo storico del loro paese è documentata secolo per secolo, decennio per decennio e si potrebbe dire anno per anno, intervenendo decisamente nei momenti più difficili e drammatici, come, ad esempio, nel famoso assedio di Diano (1497), nella grande crisi economica del Seicento, nella rivoluzione del 1799. Ma essi diedero un decisivo contributo anche per la nascita della Diocesi di Diano (1850) e per il secolare incremento del patrimonio artistico del loro paese.
Girando qua e là per il centro storico di Teggiano lo stemma dei Carrano (una ruota di carro) è presente dappertutto, specialmente nelle chiese di San Martino, della Pietà e dell’Annunziata. Ma il merito principale dei Carrano, che sono stati nei secoli non solo governatori regi di feudi, funzionari dei principi Sanseverino ed esponenti politici di primo piano, ma anche notai della città di Diano, è quello di aver conservato uno dei più importanti archivi privati del Mezzogiorno, al quale Hanno attinto per decenni molti studiosi per le loro ricerche storiche.
Nel 1982 io, che sono stato il maggiore fruitore di tale ingente giacimento di fonti documentarie, pubblicai sull’Archivio Carrano una corposa scheda nell’opera “Guida alla storia di Salerno e della sua provincia”, a cura di Alfonso Leone e Giovanni Vitolo, opera sorta nell’ambito dell’Università di Napoli “Federico II” e pubblicata dall’editore Pietro Laveglia, originario di Monte San Giacomo.
Ma, a chiusura di questa scheda, va doverosamente citata l’ultima importante pubblicazione che si è avvalsa di documenti di tale Archivio, e cioè il volume uscito recentemente e intitolato “I Parlamenti di Diano” (1582-1596), a cura di Arturo Didier e Paolo Carrano. Si tratta di resoconti delle sedute dei consigli comunali di Diano, che tracciano un quadro preciso di tutti gli aspetti della vita sociale di un piccolo centro del Mezzogiorno in un periodo storico drammatico, in cui già era iniziata la grande crisi economica che poi sboccherà nella cosiddetta questione meridionale. Ma la singolarità di quest’opera, che nel suo genere è unica per tutta l’Italia meridionale (i Parlamenti più antichi esistenti risalgono al Seicento), è nel fatto che uno degli autori, il giovane e valente studioso Paolo Carrano, è proprio l’ultimo esponente della suddetta famiglia storica.
– Arturo Didier –
FONTE: A. DIDIER, Storia di Teggiano, Salerno 2010, passim.