Negli ultimi giorni montagna e vegetazione, anche nel Vallo di Diano, sono state minacciate, ora dopo ora, dai roghi. L’incendio che ha preso di mira località Costa a Teggiano è l’esempio lampante di come il caso fortuito o l’intenzione dolosa di qualche incosciente possano, d’un tratto, distruggere e ridurre in cenere ciò che la natura ha creato impiegando anni, lenti ma fruttuosi.
Se però nel caso dei roghi resta da verificare l’intenzione dolosa o meno, fuori da ogni dubbio è la volontarietà di gettare i propri rifiuti in un corso d’acqua per evitare di smaltirli diversamente. E’ il caso del fiume Tanagro, che attraversa l’intero territorio del Vallo di Diano, e dei suoi affluenti. Scambiati per discariche in cui poter gettare indisturbati tutto quello che, per mancanza di civiltà o per i costi da sostenere per alcune tipologie di smaltimento speciale, viene, quasi con naturalezza, affidato alle acque. Come se queste potessero nascondere in eterno o, casomai, distruggere.
Non è così. E infatti, in seguito alle operazioni di pulizia effettuate di recente dal Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro lungo il fiume, ciò che è emerso è raccapricciante. In località Cappuccini, tra Silla di Sassano e Trinità di Sala Consilina, la pulizia delle acque ha fatto sì che venisse fuori ogni genere di rifiuto. Da ingombranti pneumatici di diverse misure alle bombole del gas in disuso e arrugginite dal tempo, passando per le onnipresenti bottiglie in plastica e in vetro, diversi contenitori in polistirolo, lattine e sacchetti di vario genere. Il Tanagro come una pattumiera, dunque, che va ad aggiungersi alle tante microdiscariche a cielo aperto disseminate su tutto il territorio valdianese e che più volte Ondanews ha scoperto e denunciato.
“Tesori” nascosti da chi, incurante di arrecare un danno ambientale e generare costi a carico delle intere comunità per il successivo smaltimento, si macchia di quello che, dall’entrata in vigore della legge 68/2015, è un vero e proprio reato di cui l’autore, però, troppo spesso resta anonimo, impunito e poco controllato.
– Chiara Di Miele –