Anche quest’anno Legambiente, elaborando i dati dell’attività di repressione delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, ha presentato il dossier “Mare Monstrum” per raccontare in numeri e classifiche l’illegalità ai danni del mare. Da quanto emerge dal nuovo lavoro relativo al 2017, nonostante nel 2016 grazie alla legge sugli ecoreati le infrazioni a danno del mare siano diminuite del 15%, si continuano a calcolare comunque 43 reati al giorno. L’insufficiente depurazione e gli scarichi inquinanti restano il reato più contestato e addirittura in crescita (31,7%), seguiti da pesca illegale (30%), il cemento (24%) e la navigazione (14,3%).
A guidare ancora una volta la classifica nazionale del mare illegale c’è la Campania con il più alto numero di infrazioni accertate: 2.594 reati, il 16,5% del totale, 2.912 persone denunciate o arrestate e 839 sequestri. Seconda la Sicilia, che con il 13% dei reati mantiene la stessa posizione del 2016, mentre al terzo posto sale la Puglia con l’11,7%.
Campania e Sicilia si dividono anche la leadership delle classifiche regionali per tipologia di reato: la prima è al primo posto per quanto concerne l’inquinamento e il cemento, mentre la seconda per la pesca di frodo e infrazioni al Codice della navigazione. Secondo posto per la Campania nella classifica del mare illegale per infrazioni commesse per km di costa: 5,5 infrazioni per chilometro. Nella classifica della pesca di frodo la nostra regione si posiziona al terzo posto con 602 infrazioni accertate e 614 persone arrestate o denunciate per questa tipologia di reato. Sono invece oltre 82mila i kg di prodotti ittici sequestrati in Campania, seconda soltanto al Veneto. Ed è sempre la Campania a tenere saldo il primo posto anche nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento costiero, con 764 infrazioni accertate dalle Capitanerie di porto e dalle altre forze dell’ordine, 855 persone denunciate e 234 sequestri.
“La salute dei nostri mari – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – è sempre più a rischio a causa dei rifiuti galleggianti e spiaggiati e delle continue illegalità ambientali, che seguitano a sfregiare coste e territori italiani. Il lieve calo dei reati ai danni del mare registrato nel 2016, in parte dovuto anche alla forza dissuasiva della legge sugli ecoreati, lascia ben sperare ma c’è ancora molto da fare sia contro il cemento e gli abusi edilizi a partire dall’approvazione della legge che faciliti gli abbattimenti degli ecomostri“.
– Chiara Di Miele –