Le bevande con dolcificanti alternativi allo zucchero sono inefficaci per dimagrire e non sono buoni alleati di chi ha deciso di seguire una dieta ipocalorica. Uno dei capisaldi su cui si basa la strategia di marketing del sugar-free sembra vacillare, almeno secondo le conclusioni di uno studio scientifico appena pubblicato sulla rivista Plos Medicine.
Uno studio che si schiera anche contro le azioni prese dalle multinazionali del comparto alimentare in risposta alle linee guida suggerite dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel marzo 2015.
Se da un lato l’OMS suggeriva di limitare il consumo di bevande zuccherate, la reazione del mondo aziendale è stata la promozione delle bevande dolcificate artificialmente. Gli ultimi risultati, invece, concludono che non ha alcun senso promuovere questo tipo di bevande come parte di una dieta salutare.
Secondo i ricercatori i drink analcolici a basso contenuto di zucchero sono ovviamente meno calorici ma, a quanto pare, chi li consuma tende a utilizzarli come un pretesto, più o meno consapevole, per poter mangiare di più. L’effetto complessivo è che le bevande senza zucchero sono o inutili ai fini della dieta oppure addirittura controproducenti.
Resta fuori discussione che le bevande zuccherate, incluse quelle sportive, siano tra le principali cause di obesità. Questo ha portato in molti Paesi europei e americani all’introduzione di una tassa sullo zucchero per cercare di ridurne i consumi. Dal lato industriale, invece, i produttori stanno cercando di incentivare le bevande con dolcificanti artificiali per sfuggire alla tassazione e per rispondere alle esigenze dei clienti. Secondo i risultati scientifici, però, l’effetto positivo delle bevande non zuccherate è una bufala.
Rincarando la dose, il documento scientifico pubblicato dall’Imperial College di Londra in collaborazione con due università brasiliane sostiene che i “benefici nutrizionali trascurabili” siano associati a “potenziali impatti nocivi per la salute”, alludendo alla scarsa presenza di nutrienti, allo stimolare la continua assunzione di alimenti dolci e probabilmente ai potenziali effetti sulla salute delle sostanze impiegate come dolcificanti alternativi.
Bibliografia: www.corriere.it – www.wired.it – www.italyjournal.it – www.adnkronos.com
– Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria –