Cono Federico, a 39 anni, è tra i più giovani dirigenti bancari d’Italia, da qualche mese è stato scelto per ricoprire il delicato incarico di Vicedirettore Generale della Banca Monte Pruno e affiancare nella guida della BCC il Direttore Generale Michele Albanese.
Nell’intervista rilasciata ad Ondanews, il giovane funzionario ha aperto il cassetto dei suoi ricordi e si racconta partendo dal giorno in cui, nel “secolo scorso” da giovanissimo e brillante laureato alla Bocconi, viveva a Milano dove lavorava per la IBM. Dopo una telefonata ricevuta mentre era in autostrada diretto a Napoli dove avrebbe preso un volo per tornare a Milano, decide di fare una doppia inversione di marcia, quella con l’auto e quella della sua vita lavorativa. Un’inversione che molti avrebbero giudicato folle e invece, con il senno di poi, sarebbe stato folle non averla fatta visti i traguardi prestigiosi raggiunti.
- Cosa è cambiato nella tua vita da quanto sei stato nominato Vicedirettore Generale di uno dei più importanti Istituti di Credito della Campania?
Dal punto di vista personale e lavorativo è cambiato molto, se non tutto, perchè il mio è un ruolo di responsabilità e ora mi fa vedere da un’angolatura diversa tutto quello che facevo prima. Io le responsabilità le sento molto e questo mi porta ad essere molto più concentrato. Certo è che ricoprire un ruolo così importante è per me motivo di grande soddisfazione e sono grato al Direttore Generale Michele Albanese ed al Consiglio di Amministrazione per aver creduto sempre in me.
- Tu non nasci come bancario, prima di arrivare alla Monte Pruno la tua vita professionale si svolgeva in un settore completamente diverso.
Io sono entrato alla Banca Monte Pruno quando avevo 24 anni, dopo la laurea alla Bocconi a 23 anni, ho lavorato per un anno alla IBM. Un lunedì poi il destino ha fatto si che cambiassero le cose nella mia vita lavorativa.
- Cosa è successo?
Era un lunedì mattina, ero in autostrada con mio padre che mi stava accompagnando a Napoli dove avrei dovuto prendere un volo per tornare a Milano. Più o meno a metà strada ho ricevuto una chiamata da Michele Albanese il quale mi ha detto che nel pomeriggio mi aspettava nel suo ufficio della filiale di Teggiano. Senza pensarci su due volte io e mio padre siamo tornati indietro. Quel pomeriggio ho parlato con il Direttore e da quel momento si è aperta l’opportunità di entrare a far parte della Monte Pruno. Per come lui mi aveva rappresentato la banca già allora ho subito creduto nel progetto di crescita. Essere arrivato a questo traguardo mi ripaga per averci creduto. Non tanti farebbero la scelta che ho fatto io, la necessità di non stare lontano dalla famiglia che vive a Teggiano e dai miei affetti da un lato e il progetto Monte Pruno dall’altro mi hanno fatto decidere di tornare.
- Il mondo del Credito Cooperativo è destinato a cambiare dopo la riforma varata dal Governo. Dal tuo punto di vista quali saranno i cambiamenti che ci saranno nelle BCC ed in particolar modo nella Monte Pruno?
Adesso si stanno facendo tutta una serie di attività da parte di entrambe le capogruppo e saremo presenti nei gruppi di lavoro di Cassa Centrale con la quale c’è da sempre un’ampia collaborazione. Cambieranno molte cose per noi nell’arco di qualche anno, l’importante è l’abitudine al cambiamento, ciò che ti permette di affrontarlo sono le capacità e le competenze e la disponibilità al confronto. Per quanto riguarda poi il mio ruolo di Vicedirettore, non posso vendere chiacchiere ma devo vendere fatti.
- Cosa cambierà per quanto riguarda invece l’autonomia della Monte Pruno?
Ad oggi la capogruppo ci ha detto che se siamo virtuosi l’autonomia ci viene preservata nell’ambito di determinati paletti. I clienti non percepiranno più di tanto delle differenze. Per entrare a regime ci vorrà qualche anno, i cambiamenti saranno graduali. I problemi li avrà chi non è virtuoso. Tra l’altro la riforma nasce per salvare proprio le banche non virtuose.
- Come si vede Cono Federico tra dieci anni?
Io non penso al futuro nel lungo periodo, ma vorrei mantenere lo stesso interesse perchè gli stimoli sono fondamentali e pensandoci non mi vedo molto diverso da oggi.
- Chi è per te Michele Albanese?
E’ una persona che mi ha dato “credito”, è una delle poche che ho incontrato nella mia vita che sa valutare le persone e se crede in te investe su di te, ti offre la possibilità di far bene e anche di sbagliare. Lui è un caso più unico che raro. E’ una persona alla quale devo me stesso dal punto di vista lavorativo e anche personale perchè non ero proprio come sono ora. Lui è stato ed è per me un modello positivo che mi ha cambiato in meglio sotto tantissimi aspetti, a lui devo moltissimo.
– Erminio Cioffi –