Rinascere si può, basta volerlo. Dal baratro della droga, passando per diverse carceri della Campania fino a rinascere nella chiesa di Santo Stefano di Sala Consilina dove per 4 ore al giorno dà una mano al parroco Don Elia.
Sono queste le tappe del viaggio di Michele Brescia, 40 anni, di Sala Consilina che ha deciso di raccontarsi e raccontare gli errori che negli ultimi 22 anni lo hanno fatto finire in carcere tantissime volte, per spaccio di droga e rapina. La storia di Michele, è una storia di speranza e fa capire come, una volta toccato il fondo, con l’aiuto della forza di volontà e della fede, si possa risalire la china e riabilitarsi. Michele è un uomo nuovo.
“Di errori ne ho fatti tanti, ma dal 2008 ho chiuso con tutto – racconta – e se penso ai miei ultimi 20 anni di vita, la metà li ho vissuti tra carcere e arresti domiciliari. Tutto è iniziato quando avevo 16 anni, insieme ad altri miei amici abbiamo iniziato a spacciare droghe leggere perché ci siamo resi conto che si riusciva a guadagnare denaro facilmente e da allora è stato l’inizio della fine”.
Nel suo racconto Michele ricorda anche i suoi genitori che da qualche anno non ci sono più. “Non dimenticherò mai invece quando, dopo essere stato arrestato per la prima volta mia madre venne a trovarmi. Appena entrai nella sala colloqui lei non disse niente, mi diede soltanto uno schiaffo con tutta la sua forza e porto ancora nel cuore il dolore di quel ceffone che purtroppo all’epoca servì a ben poco. In carcere finisci di rovinarti solo se sei tu a volerlo, altrimenti se hai la volontà quello può diventare un punto di partenza per la rinascita e così per me è stato”.
Michele da febbraio vive con sua zia Gerarda e la sua famiglia che lo ha accolto come un figlio ed ha così ricominciato la sua nuova vita grazie al respiro della speranza che grazie alla sua fede non è stato mai soffocato in questi anni.
– Erminio Cioffi –