Si è tenuto questa mattina, presso il Teatro delle Arti di Salerno, l’evento “23 Novembre 1980 – 23 Novembre 2016: oltre la paura”.
“L’evento ricorda il terremoto del 1980 ma ha la finalità di educare i ragazzi – ha introdotto il giornalista Eduardo Scotti – ad una maggiore consapevolezza sui rischi del proprio territorio”.
La proiezione di alcuni minuti del documentario di Lina Wertmüller “Era una domenica sera di novembre” ha aperto il dibattito con la giornalista Lucia Annunziata.
“Le grandi disgrazie, come i terremoti, cambiano il corso della società e influiscono a livello politico. Il terremoto in Irpinia ha segnato il momento di sviluppo giornalistico: c’erano le prime tecnologie e si poteva andare sul posto per raccontare cosa accadeva.– ha affermato Annunziata- Quel terremoto ha sancito altri cambiamenti in Italia: il Presidente della Repubblica Pertini ha compiuto il primo passo per l’ammodernamento delle istituzioni, ma soprattutto il ministro Zamberletti iniziò a parlare di Protezione Civile“.
Il responsabile nazionale della Protezione Civile, Carmine Lizza, ha sottolineato l’importanza della tempestività dei soccorsi, fattore assente durante il terremoto in Irpinia. Durante il dibattito è intervenuta telefonicamente una ragazza di Norcia, che vive in un camper con la famiglia e lamentava la poca assistenza delle istituzioni, i disagi per affrontare la quotidianità e soprattutto la mancanza di una struttura adeguata ad ospitare i bambini.
Il cantautore Vinicio Capossela ha concluso il dibattito descrivendo il terremoto del 1980 come “una morte in forma domestica che ha colto le persone nella loro intimità casalinga”, leggendo un passo del suo libro “Il Paese dei Coppoloni”.
– Rosanna Raimondo –