La Squadra Mobile della Polizia di Stato di Salerno, su ordine della Procura della Repubblica di Salerno – Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misura coercitiva personale emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, con cui è state disposta l’applicazione di 10 misure di custodia cautelare in carcere e 3 agli arresti domiciliari.
Alle persone raggiunte dalle misure cautelari, tutti cittadini extracomunitari di nazionalità somala, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, realizzata anche mediante l’impiego di trattamenti inumani e pericolosi per l’incolumità dei migranti.
Le indagini hanno preso il via all’indomani dell’approdo nel porto di Salerno, nella primavera del 2015, della nave “Chimera” della Marina Mercantile con a bordo 545 migranti somali. Dopo le operazioni di sbarco, le persone soccorse nel Mediterraneo dalla nave “Chimera”, sono state ospitate in diversi centri di accoglienza, di cui alcuni anche in provincia di Salerno. Approfittando di questa circostanza, gli investigatori della Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile di Salerno hanno visitato queste strutture e hanno preso informazioni tra alcuni migranti che hanno riferito di episodi di vessazioni e trattamenti disumani subiti nel corso del tragitto dalle coste libiche verso l’Italia. Agli investigatori salernitani non è sfuggito che alcuni di loro erano in possesso di numeri di urgenze telefoniche, anche estere, da chiamare secondo le istruzioni ricevute all’imbarco dalle coste libiche.
Le successive indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, si sono avvalse anche di complesse e articolate attività tecniche di intercettazioni telefoniche e hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un sodalizio criminale dedito a commettere più delitti in materia di immigrazione clandestina di cittadini somali giunti in Italia, destinati ad essere poi trasferiti in altri Paesi dell’Unione Europea, nonché al favoreggiamento della loro permanenza nel territorio dello Stato e al successivo trasporto verso gli altri stati europei (Germania, Austria, Svezia, Belgio, Olanda, Danimarca e Norvegia). Al vertice del sodalizio, ramificato in più parti del territorio nazionale, è stato individuato un cittadino tedesco di origine somala, Kalif Mahdi Abdisalan, che attualmente vive in Germania e per cui è stato richiesto e ottenuto un Mandato di Arresto Europeo, in corso di esecuzione contestualmente alle misure cautelari eseguite in Italia.
Cruciale per il buon esito dell’operazione è stata la collaborazione tra magistratura italiana e tedesca, realizzata con diversi incontri preliminari in cui vi sono stati continui e progressivi scambi informativi, realizzati grazie al coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e del rappresentate italiano presso EUROJUST. La pericolosità del sodalizio è emersa sia per la professionalità ed efficienza con cui sono stati organizzati i trasferimenti di migranti dalla Libia verso l’Italia ed in direzione di altri Paesi dell’Unione Europea, sia per la capacità di movimentare ingenti somme di denaro contante, nonché, in alcuni casi, anche nella mancanza di rispetto per la dignità umana dei migranti. In particolare, nel corso delle indagini è stato accertato che alcuni migranti erano stati lasciati per tre giorni senza acqua, cibo e medicinali, nonostante alcuni di essi fossero affetti da scabbia e febbre alta, così come diagnosticato e refertato dall’ospedale “Vecchio Pellegrini” di Napoli. Al vertice del sodalizio criminale sono stati individuati anche Abdirahman Abdallah Anisa, Mohammed Shacni, Bdirahman Abdinur Mohamed e Said Shire, in Italia in stretto contatto con Kalif. Gli indagati raggiunti dai provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari di Salerno sono 13.
– Chiara Di Miele –