È il più grande studio al mondo sull’impatto dello stile di vita nel successo dei trattamenti per l’infertilità. E i risultati dell’analisi del LIFEstyle study, su 577 donne obese infertili in Olanda, presentati al congresso Eshre, la società europea di riproduzione umana ed embriologia, in corso ad Helsinki, lasciano poco spazio ai dubbi: perdere peso, soprattutto nelle donne che non hanno più ovulazione, aiuta a restare incinta naturalmente, perché probabilmente ripristina l’ovulazione naturale. E non solo: chi perde peso con un intervento programmato di sei mesi prima di sottoporsi a procreazione assistita, e fa un trattamento subito dopo, ha chance migliori di ottenere una gravidanza.
Le donne in sovrappeso e obese sono in genere a rischio più elevato di infertilità e hanno meno successo nei trattamenti. Un recente studio ha dimostrato, per esempio, che donne poco fertili con un indice di massa corporea (BMI) di 29 o anche più alto (che indica forte sovrappeso, da 30 in poi obesità) hanno un aumento del 4% all’anno di insuccesso nella gravidanza, rispetto alle donne con BMI sotto 29. E che perdere peso non solo migliora le possibilità di concepimento, ma diminuisce le complicanze durante la gravidanza e migliora le performance del neonato alla nascita. Tutti risultati però non confermati da grandi studi controllati e randomizzati.
Per questo motivo è importante LIFEstyle, che ha studiato, tra il 2009 e il 2012, 577 donne obese di 23 centri per l’infertilità olandesi, suddividendole in due gruppi: il primo, di 290 donne, dopo un intervento di sei mesi sullo stile di vita, veniva sottoposto a trattamenti per la fertilità per 18 mesi; il secondo, il gruppo di controllo, saltava il passaggio dei sei mesi e veniva immediatamente sottoposto ai trattamenti. La perdita di peso media è stata di 4,4 chili nel primo gruppo, di 1,1 nel secondo. Il dato sostanzialmente diverso riguarda non tanto le nascite dopo trattamenti per infertilità ma quelle dopo un concepimento naturale, soprattutto nelle donne che non riuscivano più ad ovulare. Queste ultime hanno avuto un tasso di concepimento naturale del 28,6%, molto più alto del gruppo di controllo. Questo dimostra l’importanza dell’intervento sullo stile di vita.
Bibliografia: www.repubblica.it – www.bcrmagazine.it – www.lifestar.it – www.tuttoperlei.it
Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott.Alberto Di Muria